18 Luglio 2014

Ucraina, Ustica e altri misteri

Ucraina, Ustica e altri misteri
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Abbattuto. È la parola rimbalzata da un angolo all’altro del mondo. L’aereo della Malaysian airlines caduto al confine tra Russia e Ucraina, nella zona dove da tempo infuria il confronto tra secessionisti russi e Kiev, non è caduto a causa di un incidente. È stato colpito da un missile. E questo è quanto si sa di sicuro, oltre al numero delle vittime che sono 298, tra passeggeri ed equipaggio.

Veniamo poi alle cose incerte: le autorità di Kiev accusano i filorussi, dicono che è stato abbattuto da un missile Buk, di fabbricazione sovietica, sistema antiaereo in grado di colpire fino 14mila metri di altezza (il velivolo malesiano viaggiava a 10mila metri da terra). E che sarebbe stato lanciato contro un aereo cargo per mancare il bersaglio e colpire l’obiettivo civile. I Buk sono in dotazione all’esercito ucraino, ma Kiev sostiene che alcune batterie siano anche in mano ai filorussi che negano. In effetti, fino ad oggi, mai i missili dei separatisti, che pure sono riusciti ad abbattere elicotteri, caccia e aerei cargo, sono volati così alti. Ed è difficile immaginare che un missile lanciato contro un aereo cargo che vola, poniamo, a seimila metri possa colpire per sbaglio, guidato dalla fonte di calore, a diecimila metri.

Riportiamo, perché di grande interesse, un passaggio di un articolo del Corriere della Sera di oggi nel quale è dettagliato il sostegno militare della Russia ai ribelli (che fa il paio con quello della Nato a Kiev): «In una “scheda informativa” diffusa solo due giorni fa dal Dipartimento di Stato di Washington si legge: “Le informazioni disponibili indicano che Mosca ha recentemente fornito ai separatisti carri armati ed artiglieria di epoca sovietica e che nel corso del fine settimana (12 e 13 luglio ndr.) diversi veicoli militari hanno oltrepassato il confine.” Segue un elenco dettagliato, e molto tecnico: tank, fucili antiaerei, lanciarazzi, veicoli blindati. Non sono citati, però, missili Buk o qualcosa di equivalente. C’è solo questo passaggio: “Dopo aver ripreso il controllo di numerose città ucraine lo scorso fine settimana, le autorità ucraine hanno scoperto depositi nascosti… dove sono stati trovati missili antiaerei Manpad [non arrivano neanche alla metà di quell’altezza ndr.]”».

Insomma, se le accuse di Kiev, e di altri, fossero vere, il Dipartimento di Stato Usa saprebbe perfettamente l’equipaggiamento in dotazione ai filorussi del Donbass, compresi gli armamenti leggeri quali fucili e munizioni, ma gli sfuggirebbe il piccolo dettaglio che hanno in dotazione missili in grado di buttar giù un aereo che vola a diecimila metri…

Altro particolare: la tragedia è accaduta in «un’aera che, dall’inizio degli scontri, è una delle più monitorate al mondo dai satelliti spia americani e dalle istallazioni della Nato», come si legge in un altro articolo del Corriere della Sera di oggi. Bene, le compagnie aeree di mezzo mondo fino a ieri hanno fatto volare i loro velivoli sopra questa area. È mai possibile che nessuna intelligence del mondo abbia avvertito questi operatori del pericolo costituito dai missili antiaerei in mano ai ribelli? Se i servizi segreti del mondo e la Nato non lo hanno fatto è perché erano sicuri che i missili antiaerei in mano ai miliziani filorussi, che pure fioccano da quelle parti, non potevano arrivare a colpire ad altezze da crociera. O ci sarebbe da processare agenti e funzionari di mezzo mondo per una omissione criminale che ha messo a rischio per mesi la vita di migliaia di civili.

Le risposte alle domande poste dalla tragedia di ieri potrebbero venire dalla scatola nera, inviata dai separatisti russi a Mosca, ma l’Occidente non accetterà mai la perizia dei tecnici russi: ci vorrebbe un’équipe internazionale, ma al momento non se ne parla.

Così è probabile che non sapremo mai cosa è accaduto davvero sui cieli ucraini, come ad oggi non sappiamo cosa è successo a Ustica sui cieli italiani, dove caccia Nato (francesi o americani) tentarono di buttar giù l’areo che riportava Gheddafi in Libia, sbagliando bersaglio perché il caccia libico, per fuggire al nemico, si era infilato sulla scia del Dc 9 Itavia (cose risapute, ma non in via ufficiale, tra l’altro raccontate in dettaglio da Rosario Priore – magistrato che ha indagato sulla vicenda, non certo un complottista – nel libro-intervista Intrigo internazionale con Giovanni Fasanella).

 

 

I separatisti del Donbass parlano di un inseguimento da parte di caccia di Kiev (o della Nato) e dell’abbattimento successivo, ma ovviamente in Occidente non gli crede nessuno…

Una leggenda che circola sul web vuole che alcuni caccia puntavano sull’aereo presidenziale che portava Putin in Russia di ritorno dal Brasile, transitato sulla stessa rotta del velivolo malesiano poco tempo prima. Tra l’altro, l’aereo abbattuto, come quello del Presidente russo, presenta strisce orizzontali bianche, rosse e blu. Ma è solo una leggenda… di certo però Putin ieri deve esser rimasto un po’ basito vedendo i rottami dell’aereo ornate dai colori della bandiera russa.

I giornali riportano che ieri Obama e Putin hanno parlato della cosa nel corso di una telefonata. Una telefonata sembra concordata in precedenza, quindi nulla avrebbe a che vedere con un’eventuale allarme di Putin a seguito di un fallito attentato alla sua persona. Le cronache, infatti, riportano che i due avrebbero saputo del disastro aereo mentre conversavano di altro – le sanzioni minacciate dagli Stati Uniti contro la Russia – circostanza che mette in luce come i giochi si facciano altrove, non più alla Casa Bianca o al Cremlino.

Troppe cose in gioco, difficile emerga la verità. Lo stesso Putin difficilmente potrebbe dire che il velivolo civile è stato abbattuto da Kiev senza rischiare di scatenare una guerra – con conseguente invasione dell’Ucraina – che non vuole (anche la Russia ha i suoi falchi che Putin deve tenere a bada), dal momento che il gap militare, di intelligence e finanziario rispetto all’Occidente lo costringe a evitare scontri diretti. Meglio, del caso, giocare questa carta per tentare – nella sua posizione può solo tentare – un compromesso con la Nato o altri. Da parte loro, Kiev e i suoi alleati faranno di tutto per addossare la colpa ai separatisti e così avere la giustificazione per intensificare l’attacco, già massiccio, contro le città ribelli. I filorussi si difenderanno come potranno, senza trovare molta audience nei media occidentali.

Di certo, da domani Putin quando prenderà il suo aero osserverà maggiore prudenza.

 

Una nota a margine merita il fatto che l’aereo abbattuto era della Malaysia airlines, stessa compagnia dell’aereo misteriosamente scomparso nel mar cinese mesi fa. Una scomparsa impossibile, dati i mezzi di rilevazione correnti. Compagnia aerea sfortunata, che avrà imparato dalla vicenda precedente a non urtare sensibilità.

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