24 Febbraio 2015

Nucleare iraniano: il mossad smentisce Netanyahu

Nucleare iraniano: il mossad smentisce Netanyahu
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«Nell’ottobre del 2012, un messaggio riservato del Mossad affermava che l’Iran non stava “svolgendo attività necessarie alla produzione di armi nucleari”, sottolineando che al contrario stava “lavorando per chiudere le distanze in aree apparentemente legittime come l’arricchimento dell’uranio” per i reattori della sua industria civile. Eppure il mese prima, parlando all’Onu, Netanyahu esortò a fermare Teheran tracciando una linea rossa». In sintesi, ben sapendo che l’Iran non stava svolgendo attività volte allo sviluppo della bomba, il premier israeliano all’Onu affermò il contrario. Questa una delle informazioni, forse la più importante, contenute nello spycables, sorta di nuovo wikileaks, dove a essere resi pubblici sono documenti riservati provenienti dall’intelligence Usa, israeliano e britannico.

 

Lo spycables è stato rivelato da una fonte confidenziale ancora ignota e i primi documenti sono stati pubblicati ad opera del britannico Guardian e della Tv araba al Jazeera. Nella sintesi della Repubblica che abbiamo pubblicato (Iran, il Mossad smentisce Netanyahu di Enrico Franceschini, del 24 febbraio) si accenna anche ad altri contenuti dei documenti, molto meno importanti (come dimostra anche il titolo del giornale) e si conclude così: «Nel gioco degli specchi dello spionaggio, anche lo Spycables potrebbe avere un compito occulto», come influenzare le prossime elezioni israeliane o quelle future negli Usa o, anche, i negoziati in corso con Teheran, «oppure rappresentare l’ennesima dimostrazione di come il potere inganna l’opinione pubblica per perseguire i propri fini». Al di là delle altre ragioni, la considerazione finale resta.

 

Nota a margine. Chi ricorda la foto che accompagna l’articolo, pubblicata al tempo da tutti i media internazionali, avrà un sussulto a leggere questa notizia. E certo non deve aver fatto piacere a Netanyahu che sta per recarsi negli Usa su invito dei repubblicani (e non di Obama) per spiegare la sua contrarietà al negoziato sul nucleare iraniano. 

 

Il premier israeliano, tra l’altro, è stato investito da uno scandalo in patria, sul quale sta indagando la magistratura, che gli sta affaticando non poco l’ultimo tratto di una campagna elettorale che aveva affrontato con la consueta certezza della vittoria finale. Difficile non avvenga, anche se non si aspettava di certo tante sorprese. E però sarà da vedere come andrà a ricomporsi il quadro politico israeliano, che oggi vede per la prima volta un Netanyahu in affanno, dopo decenni di cavalcata trionfante.