17 Aprile 2015

"Ti basta la mia grazia". Un'omelia di don Giacomo Tantardini

"Ti basta la mia grazia". Un'omelia di don Giacomo Tantardini
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Il 19 aprile di tre anni fa moriva don Giacomo Tantardini. Piace ricordare questo sacerdote che tanto ha dato ai suoi amici e alla Chiesa pubblicando una sua omelia. Non un testo integrale, solo appunti raccolti su un foglio volante.

Si tratta dell’omelia che don Giacomo ha tenuto durante una celebrazione eucaristica presso la chiesa di San Giovanni in Sinis, piccola chiesa paleocristiana della Sardegna presso il sito archeologico di Tharros (Cabras), nella quale don Giacomo veniva invitato celebrare la messa festiva durante le sue brevi vacanze in Sardegna.

Alcuni amici presenti alla celebrazione, era il 5 luglio del 2009, ricordano quel giorno d’estate e quella breve, felice, omelia: la piccola chiesa era piena di turisti giunti per caso, i quali, commossi, si guardavano tra loro e d’attorno stupiti, non sapendo bene quel che stava accadendo.

Succedeva spesso quando don Giacomo celebrava messa in qualche luogo a lui non usuale, come ricorda chi lo accompagnava in quei viaggi. Il Signore gli aveva dato tanti doni, tra i quali quello di fare di un’omelia una commossa preghiera abitata da felice poesia.

 

«Ti basta la mia grazia». È sufficiente la grazia di Gesù per vivere bene. «La mia grazia», cioè l’attrattiva di Gesù, cioè l’annuncio di Gesù, cioè la familiarità con Gesù; basta la vicinanza di Gesù.

Basta ed è necessaria, perché «senza di me non potete far nulla». Senza Gesù non possiamo fare niente per raggiungere il Paradiso, cioè per raggiungere la felicità. Questa è la vita, questa è la fortuna, questa è la grazia: che senza Gesù non si può fare niente. Basta Gesù per vivere bene, basta Gesù per vivere contenti.

E allora quello che può fare il cristiano è di alzare gli occhi verso il Signore.

Questo alzare gli occhi, questo domandare aiuto, questo domandare la grazia del Signore… «l’umiltà è il modo migliore per amare Dio».

Alzare gli occhi e stendere la mano è il modo più semplice per amare il Signore. È il modo, direi unico per amare il Signore.

Per amare il Signore domandiamo di essere voluti bene da Lui.

Per voler bene al Signore alziamo gli occhi verso di Lui, e ci mettiamo in ginocchio.

Questa umiltà, questa preghiera, questo alzare gli occhi verso di Lui è il modo che abbiamo per commuovere il cuore di Gesù.

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