12 Maggio 2015

Tanti misteri sulla morte di Osama Bin Laden

Tanti  misteri sulla morte di Osama Bin Laden
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Obama mentì al mondo dicendo che Osama Bin Laden era stato ucciso mentre, ancora operativo, si trovava in una base segreta ad Abbottobad. In realtà nel maggio del 2011, quando fu ucciso, egli non era più operativo da tempo. Si trovava ad Abbottobad perché era stato catturato e tenuto prigioniero in quel luogo, sotto stretta sorveglianza dell’Isi, il servizio segreto pachistano, fin dal 2006.

Il blitz dei navy seals in realtà sarebbe stato concordato con l’Isi, ma a morire non sarebbe stato il potente capo di al Qaeda, bensì un ormai spento pensionato del terrorismo internazionale. Rivelazioni bomba quelle del premio Pulitzer Seymour Hersh, che ha documentato con dovizia di particolari tutto questo sulla “London Review Of Books” del 10-21 maggio, un’inchiesta che è stata ripresa in tutto il mondo. Pare che i pachistani si siano urtati non poco dopo il blitz, perché Obama si prese tutto il merito della missione, escludendo loro.

 

Nota a margine. Davvero singolare la rivelazione del premio Pulitzer, che ha voluto mettere la sua autorevole firma su un’inchiesta che incontrerà smentite e reazioni. Chi ricorda quei giorni ricorderà anche una non meglio chiarita contrarietà dei pachistani al blitz Usa. E la strana circostanza che Osama tirasse le fila della sua rete del terrore da Abbottobad, dove ha sede un’accademia militare pachistana e un’importante base militare dell’esercito, il quartier generale del 2° Corpo d’Armata del Nord.

 

La rivelazione che si trovasse prigioniero in quel luogo fin dal 2006 suscita interrogativi, anche perché Osama ha continuato a mandare i suoi messaggi di morte ben oltre quella data (ad esempio questo video).

Tanti misteri intorno a questo strano sceicco del terrore, tra l’altro quello riguardante la rivelazione fatta da Benazir Bhutto, ex premier pachistano, la quale, in un’intervista dell’ottobre del 2007 al giornalista David Frost parlò dell’uomo che aveva «ucciso Osama Bin Laden». Un lapsus, come reputano alcuni, una rivelazione, come scrissero altri. O forse un segnale, per indicare quel che Seymour Hersh rivelerà più tardi, ovvero che Osama non era più operativo. Purtroppo la Bhutto non potrà chiarire, è morta assassinata nel dicembre dello stesso anno.

 

Di certo sulla morte dello strano capo di al Qaeda non sarà questa l’ultima parola. Ancora tanto da chiarire, anche perché molti dei testimoni, i navy seals protagonisti del blitz, morirono nell’agosto successivo a causa dell’abbattimento di un elicottero da trasporto truppe sul quale si stavano spostando in territorio afghano.

Una cosa è certa. Dopo l’uccisione di Osama Bin Laden, che contribuì non poco alla rielezione di Obama alla Presidenza degli Stati Uniti, la minaccia al Qaeda perse mordente. E passò sottotraccia l’intenso lavoro di reclutamento e addestramento dei nuovi manovali del terrore, che poi saranno scatenati nel mondo arabo sotto diverse sigle: al Nusra, jihadisti e via dicendo.

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