12 Settembre 2013

Obama prende tempo e si rimette alla Russia

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Sergej Lavrov e John Kerry si incontrano per parlare di Siria. Il luogo dell’incontro è altamente simbolico: Ginevra, la città che per mesi è stata indicata come deputata a ospitare una conferenza di pace per porre fine al conflitto interminabile. Si parlerà degli ultimi sviluppi della crisi, in particolare di come dar seguito all’ipotesi di uno smantellamento dell’arsenale chimico di Damasco. E di come questa operazione si possa incardinare sotto l’ombrello di garanzia delle Nazioni Unite. Sotto quest’ultimo profilo l’incontro di oggi dovrebbe avere risvolti immediati, dal momento che incombe una risoluzione Onu della quale si è fatta promotrice la Francia che è praticamente inaccettabile in un accordo di compromesso. Si tratterà quindi di limare la risoluzione, o trovare un altro modo di garantire la tutela Onu allo smantellamento dell’arsenale chimico di Assad. 

Ma è possibile, dato il luogo dell’incontro, che si possa parlare nuovamente di una Conferenza di pace, in termini ancora da definire. Un’idea che Enrico Letta ieri ha riproposto al Parlamento italiano che ha discusso della crisi siriana.

Finché non si concretizzerà una Ginevra 2, o qualcosa di analogo, la macelleria siriana continuerà a lavorare a ritmi forzati. Una ferita aperta che, come visto nei giorni scorsi, può trascinare il mondo nell’abisso. 

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