Trump, il bullo che vuol essere pacificatore

Ha fatto il giro del mondo il faccia a faccia tra Trump e Zelensky a San Pietro in occasione del funerale di papa Francesco. Location insolita e forse non consona (in chiesa si dovrebbe far silenzio, ma tant’è, non interessa più a nessuno), ma va bene così se è servito a far progredire di qualche passo i negoziati di pace in Ucraina, come sembra sia accaduto (a Macron, che voleva partecipare, Trump ha detto di andarsene… così dalla lettura del labiale del loro dialogo… particolare più che significativo).
Putin, Witkoff e il 25 aprile
L’incontro di San Pietro segue quello del 25 aprile tra l’inviato di Trump, Steve Witkoff, e Putin a Mosca, il quarto tra i due e il secondo in questo mese. Il fatto che questi incontri si siano fatti serrati segnala che le acque si stanno muovendo, almeno per ora.
La scelta di incontrarsi il 25 aprile appare più che significativa, dal momento che era la ricorrenza dello storico incontro tra l’esercito americano e quello russo sull’Elba, che coincise con la fine del fascismo in Italia e prefigurò la caduta del regime nazista.
D’altronde, che Usa e Russia si muovano in sintonia è alquanto evidente, al di là delle critiche che di tanto in tanto Trump rivolge a Putin che servono a tacitare quanti lo accusano di essere prono ai desiderata dello zar.
Il significato simbolico dell’incontro del 25 aprile non è sfuggito ai fautori delle guerre infinite, dal momento che nello stesso giorno è stato assassinato nei pressi di Mosca, usando della manovalanza ucraina, l’alto generale russo Yaroslav Moskalik…
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