22 Aprile 2013

Governo, favorito Amato

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Cerimonia sobria per il nuovo mandato di Napolitano, che ha ricevuto gli auguri di Obama e papa Francesco. E subito dopo si passerà alle consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Un governo che vedrà la convergenza di Pd e Pdl, e, forse, Scelta Civica, con personalità politiche e tecniche. Da individuare la figura del nuovo presidente del Consiglio, che, al momento, sembra dover essere Giuliano Amato. Dagospia ha descritto quest’ultimo come una sorta di Gianni Letta di Craxi: l’uomo che il leader dei socialisti aveva chiamato accanto a sé per difendersi e allo stesso tempo collegarsi ai poteri forti internazionali. Ma l’ipotesi di un governo Amato deve superare alcuni ostacoli.

Nel Pd devastato dalla guerra per il Quirinale c’è fermento. Vendola ha convocato un’assemblea per maggio, nella quale lancerà la sua nuova proposta di sinistra. Sembra che anche Barca sia della partita, concludendo così la sua brevissima militanza nel Pd, ma non è ancora certo. Altri esponenti del Pd si interrogano e si riposizionano all’interno di un partito che vive uno psicodramma. Ma l’interrogativo più grande riguarda il futuro di Matteo Renzi. Il suo destino è la segreteria del Pd, ma ha fretta: se il governo dura due anni c’è tutto il tempo prima che il suo astro si appanni. Per questo spinge per un governo di breve durata.

Cosa che invece non pare gradita a Berlusconi, che chiede un governo che duri almeno un biennio: vuole capitalizzare al massimo la vittoria conseguita nella corsa per il Quirinale, dove è risultato decisivo.

Tuona Grillo, che, forte dei consensi di cui gode nel Paese, potrà fare un’opposizione a tutto campo al governo condiviso, nella speranza di incrementare ancora di più i voti. Resta la domanda che non trova ancora risposta: se questi consensi non vengono spesi in politica, che è fatta di alleanze, compromessi e dialogo, a cosa servono? 

Tanta confusione, una sola certezza: la classe dirigente del Pd si è suicidata.

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