2 Luglio 2014

Israele e il Kurdistan iracheno

Israele e il Kurdistan iracheno
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In un articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 2 luglio dedicato al rapporto tra Israele e i suoi vicini, amici e nemici, lo storico israeliano Benny Morris accenna anche alla crisi irachena dove i terroristi dell’Isis hanno lanciato la sua sfida mortale, spiegando: «In quanto al Kurdistan iracheno, dove Israele sin dagli anni Sessanta ha appoggiato i ribelli curdi contro il governo centrale di Bagdad, le forze locali hanno allargato la loro zona di influenza – inglobando la città petrolifera di Kirkuk (presa dopo l’occupazione da parte dei miliziani dell’Isis ndr) – man mano che le truppe governative si ritirano sotto l’offensiva di Isis. Netanyahu, contrariamente alla politica americana, che punta  a mantenere uno Stato iracheno unificato, ha espresso senza mezzi termini il sostegno di Israele alla trasformazione della zona autonoma curda in un vero Stato indipendente».

(Titolo dell’articolo: Lo Stato ebraico circondato da nuovi muri Ma può sperare negli amici regionali).

 

Nota a margine. La segnalazione di Morris è interessante sotto diversi punti di vista. Tra gli altri, l’accenno all’indipendenza dei curdi sembra sposare l’ipotesi, è un progetto datato, di una frammentazione dell’Iraq in tre Stati: uno sciita a ridosso dell’Iran, quello curdo, appunto, e il resto ai sunniti. Evidentemente la crisi causata dall’invasione dell’Iraq da parte dell’Isis ha portato nuova linfa a tale progetto.

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