16 Aprile 2015

L'Onu apre un'inchiesta sulla morte di Dag Hammarskjöld

L'Onu apre un'inchiesta sulla morte di Dag Hammarskjöld
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Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1961 moriva Dag Hammarskjöld, svedese, il più illustre segretario generale che le Nazioni Unite abbiano mai avuto. Un «intellettuale, un credente, un asceta, un vero eroe civile», lo descrive così Pietro Veronese sulla Repubblica del 15 aprile.

Hammarskjöld muore in un incidente aereo: doveva atterrare a Ndola, in Congo, dove, ad attenderlo c’era Moise Ciombe, capo ribelle del Katanga «legato a filo doppio alle compagnie minerarie europee e americane», che stava mettendo a ferro e fuoco il Paese.

 

Ciombe si era detto disposto a un negoziato e la missione del segretario generale dell’Onu, che godeva del pieno appoggio dei sovietici filo-governativi, doveva chiudere le trattative di pace. Sulla morte di Hammarskjöld sono state svolte due inchieste: la prima, condotta dagli inglesi, concluse che il suo aereo era precipitato per cause accidentali; la seconda, ad opera delle Nazioni Unite, lasciava spazio a ipotesi meno rassicuranti. Ora l’Onu ha deciso di aprire un’altra inchiesta, segno che qualcosa ancora non quadra.

 

Riportiamo un passaggio dell’articolo di Veronese: «È ormai certo che la National Security Agency americana e i servizi britannici possiedono informazioni secretate. Gli americani avevano a Cipro un centro d’ascolto radio che copriva buona parte dello spazio aereo africano e, in più, quella notte, due DC-3 parcheggiati sulla pista di Ndola con i motori accesi, evidentemente all’unico scopo di generare energia elettrica e poter ascoltare comunicazioni radio. Gli americani sanno. C’era qualche altro aereo in volo sopra Ndola quella notte, a quanto pare. E molti movimenti a terra, avvistati da testimoni. Militari, mercenari, le forze più oscure del morente colonialismo europeo. La nuova inchiesta disporrà di molte informazioni inedite per confermare se il segretario delle nazioni unite non stesse in realtà scendendo in una trappola».

 

Nota a margine. Interessante la notizia, non solo per ragioni di verità storica e come grato omaggio a una figura tanto amata nel mondo (almeno allora). Ma anche perché questo spaccato di storia relativamente lontano nel tempo getta luce su altro e più attuale. Su certe modalità operative alquanto misteriose di alcune agenzie di sicurezza, dove la pur necessaria segretezza a volte assume contorni ambigui. Su come certe guerre civili siano in realtà indotte da interessi illegittimi – ancora oggi la Repubblica democratica del Congo è preda di una instabilità endemica a uso e consumo delle multinazionali che ne stanno depredando le ricchezze del sottosuolo -. Infine perché ancora oggi capita che alcuni incidenti aerei risultino più misteriosi di altri.

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