6 Agosto 2021

La "Protezione" da tutto: la profezia di Primo Levi

La "Protezione" da tutto: la profezia di Primo Levi
Tempo di lettura: 3 minuti

Primo Levi

Un amico ci ha segnalato un articolo alquanto interessante di Federico Iarlori, giornalista e altro, che lavora in Francia. Nella nota di Iarlori, pubblicata sul sito Gli Imperdonabili, un richiamo a un racconto di Primo Levi del quale, ignorava (e ignoravamo anche noi) che oltre a romanzi – tra cui l’imperdibile “Se questo è uomo” -, ha scritto anche di Fantascienza.

Si tratta di alcuni racconti raccolti in un volume dal titolo “Vizio di forma”, nella cui introduzione alla seconda ristampa – del 1987, la prima edizione è del ’71 – Levi spiega che vuole essere una sorta di finestra sul “Medioevo prossimo venturo”, titolo di un libro di Roberto Vacca che richiama nel suo scritto.

Nel volume, anche il racconto “Protezione”, nel quale l’umanità è costretta a vivere dentro corazze protettive per difendersi da una sciame di micro-meteoriti – le MM – che bombarda da oltre venti anni la terra, infatti, una sola basta a uccidere un uomo. Una situazione che è argomento di conversazione in una cena tra due famiglie.

Nel dialogo si scopre che la protezione è stata istituita per legge, una “protezione obbligatoria”, così che è vietato stare senza corazza.

Una protezione regolamentata, si rischiano sanzioni, così che uno dei convenuti, che si è fatto fare una tuta in Gran Bretagna, al di fuori del “Mercato comune” [… la Ue ndr], un po’ fuori dai canoni, gli deve dare una ritoccatina, ma, spiega, “ad ogni buon conto mi porto sempre dietro il certificato d’origine e il disegno quotato” [… green pass? ndr].

La protezione diventa parte della vita, qualcosa alla quale una delle convenute, Elena, dice che non può più fare a meno (tra l’altro è arrabbiata contro i complottisti che dicono che la cosa dello sciame sia tutta una montatura… dice qualcosa?).

Così Elena nel racconto: “Sentire che è tutta una montatura per fare guadagnare soldi alla General Motors mi fa venire una gran rabbia, eppure… eppure sto bene con [la corazza ndr] e male senza, e come me ce ne sono tanti, ve lo posso assicurare”.

Le risponde Marta, l’altra donna della cena “Non prova nulla […]. Hanno creato un bisogno. Non è il primo caso: sono molto bravi a creare bisogni”.

No, Elena ricorda bene quel che gli ha sempre detto il marito “i micrometeoriti erano un pericolo vero, tangibile”.

È allora che interviene il marito di Marta, Roberto “Anche voi ci credete? Beh, se leggete sempre e soltanto ‘L’Araldo’ non c’è da stupirsi, ma ragionateci sopra, e vi accorgerete che è tutta una montatura. I casi di ‘morte dal cielo’, come si dice adesso, sono pochi in misura ridicola, non più di venti veramente accertati. Gli altri sono emboli o infarti o altri accidenti”.

Ma subito gli ribatte Enrico, che riferisce della morte del ministro francese, che la settimana precedente si era avventurato sul suo terrazzo senza protezione.

Gli ribatte Roberto: “È tutta una montatura, vi dico. L’infarto è sempre piú frequente […]. Se chi gli tocca non ha corazza, è stato un MM, un micrometeorite, e si trova sempre il perito settore compiacente; se la corazza c’è, allora resta un infarto, e nessuno ci fa caso”.

Ma nonostante la controversie, Elena sa che la protezione serve. Ne ha bisogno. E spiega che con la corazza: “Mi sento protetta come in una fortezza, e alla sera quando vado a letto me la tolgo malvolentieri”.

E da cosa la protegge? Le chiedono. “Non so: contro tutto. Contro gli uomini, il vento, il sole e la pioggia. Contro lo smog e l’aria contaminata e le scorie radioattive. Contro il destino e contro tutte le cose che non si vedono e non si prevedono. Contro i cattivi pensieri e contro le malattie e contro l’avvenire e contro me stessa. Se non avessero fatto quella legge, credo che mi sarei comperata una corazza lo stesso”.

Il cronista francese che ha riportato il racconto annota la profetica vena di Primo Levi, che in effetti è stupefacente, tenendo anche presente che si tratta di persona particolarmente seria e intelligente e molto informato, come dice la sua tragica storia.

Iarlori fa anche diverse considerazioni a margine dello scritto, noi ci limitiamo a riferire la profezia che, comunque la si pensi sulle controversie riguardanti la gestione della pandemia, interpella (ci torneremo).

Per chi volesse leggere integralmente il racconto di Levi, rimandiamo al sito in questione.

 

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