28 Maggio 2013

Armi ai ribelli siriani L'Europa divisa cancella l'embargo

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Il Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue decide di non decidere e lascia ai singoli Paesi la scelta di fornire armamenti alle milizie anti-Assad in Siria. «L’embargo di fatto è finito», ha esultato il ministro degli Esteri britannico William Hague, fautore di un più netto sostegno alla ribellione contro Damasco.

La decisione presa si è resa necessaria perché non si è trovata una posizione comune, con il rischio di spaccature insanabili in seno alla comunità. L’unico vincolo all’invio di armamenti è di natura temporale: si dovrà attendere la conferenza di pace di Ginevra. Ma ha ragione Hague: un processo di pace ha tempi lunghi e dall’inizio dei lavori al suo completamento, se mai ci sarà, c’è tutto il tempo di alimentare il conflitto. Decisione quindi tragica, dal momento che allungherà ancora di più i tempi per una possibile soluzione della guerra. E dire che il ministro degli Esteri austriaco aveva ricordato come da poco all’Unione europea fosse stato conferito il Nobel per la pace, premio che i 27 avrebbero dovuto onorare tentando di sostenere in ogni modo la Conferenza di pace… 

La diplomazia lotta contro il tempo: ieri il ministro della Difesa russo Lavrov si è incontrato a Parigi con il capo del Dipartimento di Stato Usa Kerry e il ministro degli Esteri francese Fabius, reduce dal disastroso vertice Ue. Si stanno mettendo a punto gli ultimi preparativi della conferenza di pace. Il governo di Damasco ha già dato la propria disponibilità, resta da capire chi siederà all’altro capo del tavolo.

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