14 Maggio 2013

Autobomba all'ospedale L'incubo delle milizie libiche

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È il crimine più grave che si registra in Libia dopo la caduta del Colonnello Gheddafi: un’autobomba è stata fatta esplodere presso un ospedale, causando quindici morti, tra cui donne e bambini. L’attentato è avvenuto a Bengasi, città simbolo della cosiddetta rivoluzione libica, nella quale più forte spira il vento del fondamentalismo islamico. E dove, un mese prima delle elezioni presidenziali che hanno portato nuovamente alla Casa Bianca Barack Obama, è stato ucciso l’ambasciatore Usa in Libia. Su questa vicenda in questi giorni sta indagando una commissione parlamentare degli Stati Uniti, accreditando al Dipartimento di Stato americano responsabilità, in particolare omissioni, riguardo quella brutta pagina di cronaca nera. 

Ma al di là di quanto accade oltreoceano, resta l’instabilità conseguente al rovesciamento del regime libico, che con l’attentato di ieri ha mostrato ancora una volta il suo volto feroce e che rischia di tracimare, portando la sua follia su altre sponde del Mediterraneo.

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