6 Novembre 2013

Cancellieri: "Nessuna ingerenza"

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Si è difesa in Aula il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e ha riscosso solidarietà bipartisan. E si è difesa con l’usuale pacatezza, spiegando dettagliatamente che la sua sollecitudine nei confronti di Giulia Ligresti – arrestata insieme a sorella e padre nel quadro dell’inchiesta sul fallimento Fonsai – era analoga a quella usata nei tanti interventi umanitari effettuati nell’ambito delle sue funzioni. E che oltre alle telefonate al Dap, nelle quali aveva segnalato la situazione, non aveva effettuato pressioni indebite. Una difesa da alto funzionario dello Stato, immagine che la donna si è cucita addosso in anni di servizio e che le ha guadagnato unanime stima. Il governo è salvo, nonostante tanti abbiano tentato di strumentalizzare il caso per indebolirlo ulteriormente.

Ma i grillini non demordono e continuano a chiedere le dimissioni. A loro si affianca Edward Luttwak, politologo atlantista, uomo di apparato Usa di certa influenza in alcuni ambiti italiani, che in diverse interviste ha attaccato duramente il Guardasigilli. Difficile capire cosa nasconda questa veemenza di Luttwak nei confronti della Cancellieri, mentre la polemica dei grillini è usuale: ormai il movimento si è incamminato sulla strada della protesta ad ogni costo, trascurando l’idea iniziale di un approccio costruttivo alla politica italiana. È un esercizio facile che suscita consensi, anche se nelle ultime tornate elettorali non gli ha portato fortuna. Ma le cose possono cambiare, soprattutto nel caso in cui la crisi iniziasse a mordere ancora più a fondo, lacerando il tessuto sociale del Paese. Almeno questa è la scommessa di Beppe Grillo e dei suoi ragazzi, incappati, in questi giorni, in una sorta di parentopoli interna causata dall’assunzione di amici e parenti da parte di alcuni parlamentari del M5S. Non sembra un grande scandalo il fatto che un parlamentare possa assumere collaboratori di sua fiducia, ma il puritanesimo grillino non ammette eccezioni e la vicenda alimenta polemiche interne ed esterne. Così l’attacco alla Guardasigilli sembra anche un modo per sviare l’attenzione da questo piccolo scandalo, se di scandalo si può parlare, e riguadagnare al movimento l’immagine dei duri e puri. Nel caso specifico Grillo si comporta da politico consumato.

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