31 Dicembre 2013

Congo, rivolta e massacri paura per le famiglie italiane "Aiutateci a tornare a casa"

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I giornali italiani scoprono la Repubblica democratica del Congo: da giorni sui quotidiani nazionali rimbalzano notizie su un gruppo di connazionali che hanno adottato bambini congolesi la cui pratica è stata bloccata all’ultimo minuto, ovvero al momento di portare i patria i piccoli. Le famiglie italiane hanno fatto appelli e chiesto anche l’intervento del Papa, ma ancora tutto è fermo a causa dell’intransigenza del governo locale che ha ufficialmente posto il niet all’adozione per timore che i piccoli possano essere venduti a coppie di omosessuali.

Il giallo si è fatto dramma nella giornata di ieri, quando un gruppo di facinorosi ha messo in atto un piano che, a prima vista, è sembrato un abbozzo di colpo di Stato: assalto alla Tv nazionale e ad altri luoghi nevralgici del potere. Ma il putsch sembra essere stato opera di una sorta di armata brancaleone, sgominata in poche ore: bilancio circa settanta morti.

I nostri connazionali, ovviamente, sono in preda alla paura, anche perché in Africa in certe situazioni non si scherza, e i loro appelli si sono moltiplicati. Vedremo gli sviluppi, anche se sembra che la situazione, almeno per quando riguarda la loro incolumità, sia sotto controllo. 
Si diceva, all’inizio, che i giornali hanno scoperto il Congo. E c’è una ragione in questo esergo: in questa nazione, in particolare nelle regioni orientali, si è consumata negli ultimi anni – due decenni circa – una delle più grandi tragedie mondiali. Cinque milioni e mezzo di persone hanno perso la vita a causa di un conflitto che si è rivelato forse il più costoso in termini di perdite di vite umane dall’ultimo dopoguerra. Una guerra che, dopo varie pacificazioni, ancora prosegue sottotraccia (al momento c’è una sorta di pace, ma momentanea come dimostra anche l’attacco di ieri), che ha seminato morte e terrore. Il tutto perché le multinazionali occidentali potessero, grazie alla confusione generale da queste alimentata grazie ai finanziamenti largamente profusi alle bande di miliziani locali, depredare il sottosuolo delle sue immense ricchezze. Il tutto è avvenuto nel silenzio generale dei media.

Cinque milioni e mezzo di vittime, si diceva, milioni di persone costrette alla paura, altrettante consegnate a un esodo continuo tra i morsi della fame e le insidie delle malattie, che in Africa flagellano più che altrove. A questa immane tragedia sono state dedicate meno pagine di quelle profuse per questo gruppo di italiani alle prese con problemi di adozione. Non si vuole con questo deprecare in alcun modo il gesto dei nostri connazionali che hanno scelto di adottare un bambino congolese strappandolo a un destino di miseria se non peggio, ma solo constatare una triste realtà che ha reso ancora più tragica la guerra che si è consumata in territorio congolese. Alla speranza che gli italiani ritornino presto in patria con i “loro” bambini, si aggiunge la speranza che questo martoriato Paese possa trovare presto quella pace da troppo tempo attesa. 

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