21 Novembre 2013

Donne vescovo, lo strappo degli anglicani

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La Comunione anglicana sembra ormai decisa a prendere la via dell’ordinazione episcopale delle donne. Il sinodo generale che si tiene a Londra ha espresso un primo sì a questa possibilità. Il dialogo tra questa famiglia cristiana e la Chiesa cattolica si complica, dopo anni di riavvicinamento. Una notizia che deve essere letta anche alla luce delle recenti evidenze riguardo l’anglicanesimo: sono recenti le dichiarazioni dell’ex arcivescovo di Canterbury George Leonard Carey, il quale aveva parlato di rischio estinzione per la comunione anglicana. Forse il tentativo di percorrere la strada delle donne vescovo può apparire un modo per tentare per immettere una qualche vitalità in un corpo ecclesiale gravemente ammalato. Ma la cura potrebbe risultare inadeguata. Una cosa sembra alquanto scontata: la scelta della comunione anglicana fornirà argomenti e armi a quanti, nella Chiesa cattolica, chiedono l’introduzione del sacerdozio femminile, questione «chiusa», dopo la «formulazione definitiva» avvenuta con papa Wojtyla (è stato l’unico atto con valenza dogmatica del suo lungo pontificato), come ha ricordato papa Francesco parlando con i giornalisti al ritorno dal suo viaggio brasiliano. Ma certo la spinta in tal senso riprenderà vigore: può portare problemi in seno alla Chiesa oppure potrà essere occasione, pur restando fermo il no definitivo, di approfondimenti. Va da sé che la Madonna, che pure «era più importante degli apostoli», come ha ricordato Francesco nella stessa intervista, non si è mai fatta questo problema.

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