24 Ottobre 2013

"I soccorritori non vanno puniti" La linea europea sulla Bossi Fini

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Il Parlamento europeo ha approvato un documento condiviso sull’immigrazione clandestina. La strage di Lampedusa, annuncia il testo licenziato, «deve rappresentare un punto di svolta» sulle politiche dell’Europa nei riguardi dell’immigrazione. 

All’Italia viene chiesto di cambiare la Bossi-Fini, eliminando il reato di favoreggiamento nei confronti di chi soccorre le vittime, cosa che ancora è motivo di controversia nel nostro Paese dal momento che c’è chi nega che la legge in oggetto contenga questo orrore normativo. In realtà la questione è controversa, ragion di più per cambiarla e renderla inequivocabile e meno soggetta alle interpretazioni. 

Ma il punto forte del documento di Strasburgo è là dove recita: «l’ingresso legale nell’Ue è preferibile a un ingresso irregolare più pericoloso». Una dicitura che apre un mondo di possibilità.

Resta il fatto che il documento ha un valore relativo, dal momento che non è stata fatta alcuna legge concreta. Spetta al Consiglio o alla Commissione europea recepire il testo e darne attuazione.

E però già il fatto che la questione sia oggetto di dibattito, dopo decenni di imbarazzati silenzi, è cosa importante e può portare frutti. Ma perché avvenga devono essere vinte molte resistenze: in particolari sociali, dal momento la paura dell’immigrato è una sindrome alquanto diffusa e i partiti di destra e di centrodestra del Vecchio Continente stanno lucrando molto su questa paura; ma anche le sinistre, normalmente più sensibili al tema specifico, finora hanno spinto fino a un certo punto, ricorrendo più spesso alla demagogia. Concessioni in questo campo possono portare perdite di consensi. Una spirale perversa che necessita tempo perché possa essere superata. Servirà un approccio graduale e riflessivo, nella speranza di superare questa fase nella quale dell’immigrazione si è parlato solo tramite slogan, troppo spesso inconcludenti quando non agghiaccianti.

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