3 Aprile 2013

I timori di Berlusconi sui tempi: si chiudono le finestre per il voto

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I consulenti chiamati dal Quirinale per trovare punti di convergenza sui quali far nascere un’intesa tra partiti per un futuro governo hanno otto – dieci giorni di tempo per concludere il loro lavoro. Così ha deciso Napolitano. La riunione delle Camere per iniziare la votazione per il futuro Capo dello Stato è fissata per il 18 aprile. Così fino a quando non sarà trovato un nuovo inquilino per il Quirinale è impossibile andare al voto. Se ne riparlerà dopo l’elezione del futuro presidente della Repubblica.

Così, chiusa la parentesi della ricerca di un’intesa per un governo immediato, è iniziata la partita vera, quella dell’elezione del Capo dello Stato. Una figura istituzionale che sulla carta non ha grandi poteri, ma che in realtà sarà l’arbitro della politica italiana per i prossimi sette anni. Napolitano ha già detto che appena sarà designato il suo successore rimetterà il mandato, la cui scadenza naturale sarebbe a metà maggio, lasciando intendere che il suo compito, con la nomina dei cosiddetti saggi, è conclusa.

Sulla vicenda il Pdl teme che il centrosinistra intenda usare il suo peso per fare da solo. E, in realtà, ha i numeri per farlo: tra parlamentari e delegati regionali, infatti, il centrosinistra ha la maggioranza dei votanti. Dopo le prime tornate in cui è prevista la maggioranza dei due terzi, quei numeri basteranno. Da qui le fibrillazioni del Pdl. Per tentare di attutire la tensione, Pierluigi Bersani ha chiesto un incontro con Berlusconi, da svolgersi presso una sede istituzionale (la precisazione del luogo da parte del segretario del Pd, in realtà, era del tutto pleonastica e per sopire possibili contestazioni interne: certo un incontro del genere non poteva darsi ad Arcore…). Vedremo se e come si svolgerà. Ma sembra difficile che un eventuale colloquio possa riuscire a individuare strade comuni per il Colle. Nello specifico, il Cavaliere è stretto dai suoi confidenti, in particolare Gianni Letta, che difficilmente potranno dare via libera a Prodi, sul quale sembra puntare Bersani. 

Ci si interroga in queste ore anche sulle intenzioni dei grillini. E si cercano interpretazioni a un recente post di Beppe Grillo, che sul suo blog ha scritto: «Prodi cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche». Una velata apertura all’ex esponente democristiano? Forse sì forse no. Interpretare l’ex comico è arduo esercizio.

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