Il Pdl annuncia le dimissioni di massa
Tempo di lettura: 2 minutiContinua la lotta all’ultimo sangue per il destino di Berlusconi: ieri tutti i parlamentari del Pdl hanno deciso di consegnare ai propri capigruppo di Camera e Senato una lettera di dimissioni in caso di decadenza del loro leader. Tutto è congelato fino al 4 ottobre, giorno in cui la Giunta dovrà decidere se il Cavaliere potrà ancora sedere nel Parlamento italiano (e dire che su quei banchi è stato chiamato a prendere posto anche uno degli ideologi delle brigate rosse, Toni Negri…).
Reazioni forti a sinistra, anche se per i renziani la mossa del Pdl ha un retrogusto dolce: il sindaco di Firenze oltre ad aspirare alla guida del suo partito punta dritto allo scranno di presidente del Consiglio. Per questo non lesina attacchi all’attuale governo, che però lo espongono a rischi. Addossarsi un’eventuale la crisi di governo provocherebbe reazioni interne, alienandogli simpatie nel Pd; ma anche esterne: il Paese potrebbe punire, in caso di elezioni anticipate, chi ha provocato la fine di un governo di emergenza come l’attuale. Così il Pdl, cedendo ai desiderata dei falchi (che sono rapaci come le aquile, ma non ne condividono la fama della vista acuta), gli ha levato del castagne dal fuoco.
D’altronde è inevitabile che l’estremismo di una parte, che ha un approccio meramente giustizialista alla politica, alimenti un estremismo di segno opposto.
Ma non sarà facilissimo, da destra e da sinistra, creare una crisi di governo. Napolitano, dal canto suo, ha ribadito la sua indisponibilità a scelte alternative alle larghe intese e minaccia ancora una volta le dimissioni, cosa che allontanerebbe le urne, dal momento che non si può procedere a elezioni senza prima eleggere il successore. Anche per questo il movimento Cinque stelle parla di bluff.
La partita è ancora aperta e, nel frattempo, le aziende estere fanno shopping in Italia. È il caso di Telecom, azienda strategica anche per la sicurezza nazionale, che sta per finire nelle mani degli spagnoli. D’altronde è l’esito scontato di questa lotta continua che da anni inchioda la politica su tematiche esiziali: anche per questo una parte responsabile del Paese, che ha in Napolitano un punto di riferimento, ha tentato la via delle larghe intese. L’editoriale del Corriere della Sera ha un titolo che sintetizza in modo efficace quanto sta avvenendo in Italia: Irresponsabilità.