4 Febbraio 2014

Letta accetta l'invito di Putin "Vado alla cerimonia olimpica" Rivolta nel Pd per i diritti gay

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Enrico Letta annuncia la sua presenza a Sochi, attirandosi un ridda di critiche. Altri leader dell’Occidente hanno preferito disertare l’Olimpiade, come segno di protesta per le discriminazioni anti-gay messe in atto da Putin. Obiezione alla quale il premier italiano ha risposto spiegando che in quella sede ribadirà il proprio dissenso. Al di là delle spiegazioni dei quotidiani, che legano questa presenza agli interessi italiani per il gas russo, l’atto del nostro premier segnala coraggio. Perché le diserzioni dei leader occidentali nulla hanno a che vedere con le discriminazioni suddette, usate come pretesto, ma sono semplicemente il modo per colpire Putin che ha puntato su questi giochi per dare lustro alla sua immagine internazionale. In questo momento, al di là dei limiti, Putin rappresenta un punto di equilibrio per il mondo. È stato evidente nel momento in cui si stava precipitando in una guerra dagli sviluppi imprevedibili ad agosto, quando Obama aveva annunciato il prossimo intervento militare in Siria. E oggi più di allora, dal momento che la prospettiva di un allargamento del conflitto siriano è ancora viva e tragicamente presente. Come segnala anche l’attivismo del network del terrore messo in campo contro l’Olimpiade.

Coraggioso Letta, che ben sa quanto gli costerà questo gesto. Un altro politico italiano che ha intrattenuto un rapporto con Putin, Berlusconi, ha fatto una brutta fine. E quel suo rapporto privilegiato con il Presidente russo non è estraneo a certe ostilità che ha incontrato nel suo cammino politico.

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