15 Giugno 2013

"Siria, bugie dagli Usa sulle armi chimiche"

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Dopo le dichiarazioni dagli Stati Uniti sull’utilizzo delle armi chimiche da parte di Assad in Siria e la presunta decisione di Obama (il quale però non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione) di un intervento Usa per fornire armi ai ribelli e o istituire una limitata no-fly zone, ecco la dura reazione della Russia: «Il rapporto americano non ci convince». E su Twitter, Alexei Pushkov, capo della Commissione esteri della Duma, è ancora più esplicito: «Le informazioni sull’uso delle armi chimiche sono state costruite dagli Stati Uniti come le bugie su quelle di distruzione di massa che avrebbe dovuto avere Saddam Hussein in Iraq». In ogni caso, nonostante Washington ribadisca il rapporto di ieri («uso ripetuto del gas sarin») e aggiunga che «Per Assad non c’è alcun futuro», nella Casa Bianca sanno perfettamente che bisogna fare i conti con Mosca; di qui certo ammorbidimento nei toni statunitensi: «Ci sono delle divisioni certo, ma abbiamo anche interessi in comune a partire dalla sicurezza nucleare». Punti di convergenza attorno ai quali lunedì, al G8, si confronteranno in un vertice bilaterale Putin e Obama.

Intanto dal Palazzo di Vetro, il segretario generale Ban Ki-moon, oltre a rilanciare la necessità di un’inchiesta ampia e imparziale sull’uso delle armi chimiche, di fatto mettendo implicitamente in discussione quella condotta dalla Casa Bianca, ha dichiarato che «la fornitura delle armi a qualunque parte non contribuirà a risolvere la situazione», visto che per la Siria «non esiste una soluzione militare alla crisi, l’unica soluzione è quella politica».

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