3 Giugno 2013

Papa Francesco: le lacrime di Dio e la guerra, sacrificio offerto sull'altare del potere

Papa Francesco: le lacrime di Dio e la guerra, sacrificio offerto sull'altare del potere
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Tintoretto, Caino uccide Abele

Pregare il Signore perché «allontani da noi ogni male», ripetendo, «anche con le lacrime, con quelle lacrime del cuore»: «“Volgiti a noi, Signore, e abbi misericordia di noi, perché siamo tristi, siamo angosciati. Vedi la nostra miseria e la nostra pena e perdona tutti i peccati”». Così Papa Francesco nella Messa del 2 giugno in Casa Santa Marta. Nell’omelia, tenuta di fronte ai parenti di militari italiani caduti nelle missioni di pace negli ultimi 4-5 anni, il Pontefice ha pregato per «per le vittime di quella pazzia che è la guerra!». La guerra, ha proseguito, «è un atto di fede ai soldi […] agli idoli dell’odio, all’idolo che ti porta ad uccidere il fratello». «Mi viene in mente – ha proseguito – quella parola del nostro Padre Dio a Caino che, per invidia, aveva ucciso suo fratello: “Caino, dov’è tuo fratello?”. Oggi possiamo sentire questa voce: è il nostro Padre Dio che piange […] per questa nostra pazzia, che ci dice a tutti noi […], a tutti i potenti della Terra: “Dov’è vostro fratello? Cosa avete fatto!”». «Dietro una guerra – ha concluso – sempre ci sono i peccati: c’è il peccato dell’idolatria, il peccato di sfruttare gli uomini nell’altare del potere, sacrificarli. “Volgiti a noi, Signore, e abbi misericordia, perché siamo tristi e angosciati. Vedi la nostra miseria e la nostra pena”. Siamo sicuri che il Signore ci ascolterà e farà qualche cosa per darci lo spirito di consolazione».

 

Nota a margine: sempre il 2 giugno, all’Angelus in Piazza San Pietro, il Pontefice ha confidato la sua «viva e sofferta preoccupazione» per il conflitto in Siria, lanciando un appello: «Questa tormentata situazione di guerra porta con sé tragiche conseguenze: morte, distruzione, ingenti danni economici e ambientali, come anche la piaga dei sequestri di persona. Nel deplorare questi fatti, desidero assicurare la mia preghiera […] per le persone rapite e per i loro familiari, e faccio appello all’umanità dei sequestratori affinché liberino le vittime. Preghiamo sempre per la nostra amata Siria».

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