9 Gennaio 2014

Storia di Abote (e di carità)

Storia di Abote (e di carità)
Tempo di lettura: 3 minuti

Bambini soldato

Una richiesta di aiuto ma anche una storia da raccontare. Una storia bambina, breve, ma che nella sua brevità ha dentro tutta le ferocia del mondo e tutta la misericordia di Dio. A raccontarla è un missionario salesiano che in Sudan opera in favore dei bambini del luogo. La riportiamo di seguito.

 

«Uno di questi ragazzi, “Abote”, mi raccontò quanto ha vissuto quando era un bambino soldato. Il nostro capo dopo aver fatto fuori a colpi di macete alcuni prigionieri ordinò a noi di fare lo stesso con una bambina che aveva tentato di scappare… quando arrivò il mio turno, era una bambina di circa 12 anni, sembrava un angelo, teneva stretto tra le mani il crocifisso, tentai di strapparglielo, ma lei si inginocchiò dicendomi che mi perdonava anche se l’avessi uccisa, perché non sapevo quello che facevo. Le sue parole mi ferirono il cuore. Capii che ero diventato peggio di un animale, uccidevo con tanta disinvoltura e mi gloriavo per averne uccisi di più. Quella bambina fu la voce del Signore che mi aprì gli occhi e la coscienza, non l’ammazzai ma gli chiesi perdono… purtroppo il mio compagno, di turno dopo di me, la pugnalò brutalmente e la vidi cascare a terra stringendo il crocifisso. Gli strappai il crocifisso dalle mani e decisi che alla prima occasione sarei scappato e avrei cambiato vita».

 

Come detto, a raccontare la storia di Abote è uno dei missionari salesiani di Karthoum, i quali hanno chiesto un aiuto alla Piccola Via per la loro opera in favore degli ex bambini soldato e dei tanti svantaggiati che abitano la loro terra di missione, tra i quali dei ragazzi detenuti per i quali i salesiani svolgono un’opera volta al loro reinserimento sociale. Realizzano corsi di formazione i missionari, così che quei ragazzi che hanno abbandonato le armi o marciscono in qualche oscura prigione locale possano imparare a vivere secondo una “normalità” a loro negata dall’infanzia e imparare un mestiere per sperare in un lavoro.

Hanno chiesto aiuto alla Piccola Via i salesiani di Karthoum, ma volentieri anche la San Callisto tenterà di fare del suo, nel suo piccolo. Chi volesse contribuire anche solo con cinque o dieci euro a questa piccola opera di carità può inviare una donazione alla Onlus San Callisto specificandone la destinazione (salesiani di Karthoum) attraverso una mail a Piccolenote o altro. Daremo conto di seguito di quanto sarà stato fatto per ottemperare alla richiesta. Si tratta di una povera, inerme rete di carità che non pretende altro che adempiere al precetto evangelico di dare un bicchier d’acqua ai piccoli del Signore (anche se non lo conoscono: lo conosceranno magari, se Dio vuole, grazie a questo sorso d’acqua fresca).

Sono tempi di crisi e anche semplicemente chiedere questa carità a persone che magari stentano ad arrivare a fine mese costa fatica. Ma lo facciamo con certa previa (e pervia) gratitudine nel Signore, consapevoli anche che a opere di carità come questa è legata la bellissima promessa del Signore: «Chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

I soldi per questa iniziativa saranno raccolti fino al 15 febbraio. Grazie.

 

 

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