5 Ottobre 2012

La Nato e l'espansionismo turco

La Nato e l'espansionismo turco
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«È altamente improbabile che nei prossimi giorni la Nato sia coinvolta nella violentissima guerra civile che da oltre un anno dilania la Siria. Viceversa è molto più probabile che la Turchia non limiterà la propria risposta militare ai cannoneggiamenti delle scorse ore». Così Vittorio Emanuele Parsi sulla Stampa del 5 ottobre. Per Parsi il Patto Atlantico, nato dall’esigenza di una comune difesa dall’Urss, è andato in crisi dopo il crollo del nemico. «Il Medio Oriente, e il Levante in particolare, è proprio il teatro in cui il coro Atlantico rischia ogni volta di trasformarsi in una cacofonia: per il diverso rapporto che lega Washington alla sicurezza di Israele e alla sfida iraniana rispetto alla gran parte delle capitali europee (…). Oltre che per il fatto, che accennavo in apertura: ovvero che per la Turchia il Levante è il proprio “estero vicino” e la propria area di proiezione di potenza naturale, mentre non lo è affatto per la maggioranza dei Paesi Nato». Conclude Parsi: «Non c’è dubbio che la prossimità delle elezioni presidenziali americane e la crisi economica che attanaglia l’Europa contribuiscono a raffreddare l’animus pugnandi occidentale, ma fossimo anche in piena ripresa economica e con un presidente americano nella pienezza dei suoi poteri, le ragioni di cautela e di divergenza resterebbero tutte. 

La Turchia non sarà quindi “lasciata da sola” qualora la sua sicurezza venisse effettivamente minacciata, ma potrebbe essere “lasciata ad agire da sola” nei confronti della Siria. Se quest’ultima dovesse proseguire negli attacchi al territorio turco (cosa piuttosto improbabile) o se l’Iran di Ahmadinejad dovesse spalleggiare Damasco di fronte alle ritorsioni turche (cosa meno improbabile), allora la Nato interverrà, pure se controvoglia e probabilmente in maniera limitata e differenziata. Ma se la Turchia dovesse decidere che un proprio maggior coinvolgimento nella guerra civile siriana rientra nella propria strategia per la sicurezza nazionale, la Nato starà il più possibile alla finestra».

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