18 Dicembre 2014

La Ue apre a una trattativa per la Siria

La Ue apre a una trattativa per la Siria
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Interessante il Comunicato dell’ufficio dell’Alto rappresentante per la politica estera Ue al termine del Consiglio europeo per gli affari esteri del 16 dicembre (la riunione dei 28 ministri degli esteri), che recita: «L’Unione europea è pienamente impegnata nel sostenere gli sforzi (dell’inviato Onu per la Siria Staffan de Mistura) per conseguire una de-escalation strategica come base per un più ampio percorso politico. L’Ue è pronta a sostenere in modo concreto gli sviluppi della sua proposta di costruire delle tregue locali ad Aleppo e altrove». Il comunicato è stato riportato dal sito eeas.europa.eu.

 

Al termine del Consiglio, prosegue il sito, Federica Mogherini ha aggiunto: «Abbiamo concordato di stabilire uno sforzo diplomatico mirato nella regione. Questo vuol dire – come chiarito nelle conclusioni dell’incontro – che l’Ue è pronta a interloquire con tutti gli attori regionali e internazionali che hanno influenza sulle parti del conflitto in Siria. Ciò significa, esplicitamente, che lavoreremo con tutti gli attori che hanno un ruolo, che possono avere una parte nella soluzione della crisi siriana, e cioè i grandi paesi del Golfo, a partire dall’Arabia Saudita, ma anche l’Iran e la Russia».

 

Nota a margine. Non si può parlare di una vera e propria svolta dell’Unione Europea, ma certo in questa presa di posizione c’è qualcosa, anzi molto, di diverso dal passato. Non si sostiene acriticamente la sedicente ribellione anti-Assad e si apre a una possibile trattativa. L’inclusione di Russia e Iran come attori del processo negoziale poi, da tempo auspicata da tanti osservatori internazionali, è cosa singolare nei comunicati ufficiali della Ue. Come in controtendenza, in particolare, appare l’ipotesi di un dialogo con la Russia dopo mesi di duro confronto a causa della crisi ucraina.

 

Certo, a far decidere la Ue è stata anche la strenua resistenza di Damasco, che non si è lasciata sfibrare e ha ripreso il controllo di ampie fasce di territorio. Ed è altrettanto certo che il comunicato nasce anche dalla registrazione della disfatta del progetto di un rapido regime-change in Siria, sostenuto da tante cancellerie del mondo.

Ma non si può che salutare con conforto un passo che va verso una soluzione negoziale del conflitto che lasci la parola alla diplomazia piuttosto che alle armi.