3 Febbraio 2014

L'anima nera della rivolta di Kiev

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Repubblica del 30 gennaio pubblica un reportage dedicato ai movimenti di opposizione al governo di Kiev, in particolare a quei gruppi neonazisti che ne sono stata l’anima militare che ha permesso all’opposizione di mettere in ginocchio il Presidente Yanukovich, che ora tratta da una posizione di debolezza estrema. Nicola Lombardozzi si è recato nel quartier generale dei manifestanti, quello che accomuna la varie anime dell’opposizione, per poi salire al quarto piano, nell’«Ufficio lavori sporchi», «zona riservata» ai neonazisti che da queste stanze coordinano le «azioni più dure e spettacolari». Scrive Lombardozzi: «Da qui hanno seguito la presa del ministero dell’Energia, conquistato con un blitz da commandos e poi liberato su disperata intercessione dell’ex pugile Klitchko, che tratta formalmente con il Presidente Yanukovich. Da qui programmano l’addestramento di migliaia di ragazzi che continuano ad arrivare soprattutto dalle campagne dell’Ucraina occidentale, quella più anti-russa e decisa a portare avanti la rivolta senza mediazioni. Sempre da qui decidono i blitz, le spedizioni punitive a caccia di “provocatori”, coordinano piani di rivolte in tutte le città del Paese. Forzano la mano con i loro exploit ai più cauti componenti della cosiddetta trojka composta da deputati eletti in Parlamento.

“Settore di Destra” è una sigla nuova e molto ambigua. Ne fanno parte, pare, non più di un migliaio di fedelissimi ma la rete di gruppi solidali, affratellati e in qualche modo alleati, è lunghissima. Sigle che fanno paura a chi conosce la storia ucraina. Trizub, (tridente) che venera l’eroe ucraino Stepan Bandera, collaboratore dei nazisti, forse ucciso dai sovietici, e simbolo del nazionalismo ucraino più estremo e violento. Poi ci sono “l’Esercito Patriottico Ucraino”, i neonazi di “Martello Bianco” e soprattutto quelli di Unà-Unso, vere e proprie truppe militari con tanto di basi di addestramento nei Carpazi che hanno già partecipato a molte campagne di guerra vera dal Kosovo (a fianco dei serbi) alla Georgia (contro i russi). E le insegne rossonere di Unà-Unso sono quelle che ormai dominano la piazza di Kiev (titolo dell’articolo: Tra le anime nere della piazza “Così la destra conquisterà l’Ucraina”)».

Cenni illuminanti di quanto veramente accaduto, e sta accadendo, in questi giorni in Ucraina. Di questi gruppi, ormai egemoni in piazza Maidan, ha scritto anche Fausto Biloslavo, non certo un filocomunista, che sta conducendo un analogo reportage per il Giornale: «Se li vedesse la baronessa Asthon, rappresentante della Ue che vuole indagare sugli abusi dei diritti umani in Ucraina, le prenderebbe un colpo (titolo: Kiev, il paradosso della normalità)». 

L’Europa, come comunità, è nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale scatenata dalla follia nazista. Bizzarro che l’anima europeista dell’Ucraina sia egemonizzata dal neonazismo. Ancora più bizzarro che l’Europa chieda al governo il rispetto dei diritti umani e sostenga, di fatto, altro e molto più inquietante. Bizzarro, o forse no.

 

 

 

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