28 Dicembre 2023

Nikky Haley è feroce...

La bizzarra "moderazione" della Haley. L'obbiettivo della guerra all'Iran. Eliminare Trump.
nikky haley
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La guerra mediorientale ha inserito una variabile nuova e dirompente nelle presidenziali Usa. E ha fatto nascere una stella: Nikki Haley, le cui prospettive di vittoria, prima del conflitto, erano pressoché nulle.

Ora tutto è diverso. Così Dagospia: “Il terrore per il ritorno di Trump alla Casa Bianca fa saltare tutte le regole della politica americana: la prova è la clamorosa svolta della famiglia Koch, storica donatrice dell’ala più conservatrice del partito repubblicano, che ora sostiene apertamente Nikki Haley. La candidata ‘moderata’ – la ‘rete’ dei Koch, dopo le elezioni del 2016, si era chiamata fuori dalla politica attiva, destabilizzata dalle presidenza di ‘the Donald’. Ma adesso punta tutto sull’ex governatrice della California, considerata l’unica in grado di battere Trump alle primarie e Biden alle elezioni…”

Haley: la stella nera

Identificare la Haley come “moderata” è alquanto bizzarro. L’ex governatrice è in questo momento la punta di diamante dei neoconservatori americani. Un vecchio articolo di Jim Lobe rammenta che la sua prima corsa elettorale ebbe a godere il pieno sostegno di Sheldon Adelson, che risultò primo donatore della campagna.

L’ex patron dei Casinò di Las Vegas, ora defunto, era amico fraterno e finanziatore di Bibi Netanyahu ed ha patrocinato tutte le cause neocon in America, anzitutto la spinta per iniziare una guerra contro l’Iran, e fu lui a imporre al recalcitrante Trump il nome di John Bolton (alfiere dei neocon) come Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa.

Lobe aggiunge che la “Haley era diventata la beniamina dei neoconservatori ben prima di arrivare a Turtle Bay [cioè nell’élite della politica, ndr]. Parte del merito o della colpa discende dai suoi stretti legami con il senatore della Carolina del Sud Lindsay Graham, a lungo beniamino dei neoconservatori per la sua strenua difesa di Israele, la belligeranza verso l’Iran e la Russia e i cronici istinti interventisti, soprattutto per quanto riguarda l’esercito americano. Non è una coincidenza che il suo consigliere più influente, a detta di tutti, sia David Glaccum, che ha lavorato per anni come capo consigliere di Graham”.

Per dare un’idea del senso della Haley per la politica estera americana, si possono ricordare alcuni recenti interventi di Graham, che ha chiesto di “assassinare Putin“, si è felicitato della guerra ucraina perché “i russi muoiono”, ha più volte invitato gli Stati Uniti a “bombardare l’Iran” e amenità varie.

La guerra all’Iran

Già, la guerra all’Iran, ossessione diuturna di Netanyahu e dei neoconservatori, che quando presero il potere imperiale con il golpe seguito agli attentati dell’11 settembre e stilarono la lista degli Stati canaglia (Iran, Siria, Corea del Nord,  Afghanistan, Cuba, Libia e Venezuela) riservarono a Teheran il posto d’onore. Era e resta la preda più ambita,

La pressione per dar vita a un regime change a Teheran, più volte tentato e mai riuscito, e, in alternativa, di avviare una guerra contro l’Iran è ormai decennale. Una pressione insostenibile alla lunga, che Obama era riuscito ad attutire con l’accordo sul nucleare, stracciato poi sotto la presidenza Trump su pressione di Bolton.

La guerra di Gaza ha aperto nuove opportunità per iniziare una guerra all’Iran e Netanyahu sta cercando di sfruttarle. Il recente assassinio del generale dei Guardiani della rivoluzione in Siria va in tal senso, come anche la pressione per aprire un nuovo fronte contro Hezbollah.

Per questo la guerra di Gaza per Netanyahu deve durare mesi, cioè fino alle presidenziali Usa. Lasciare aperta la guerra, con tutte le variabili che essa comporta, favorisce il gioco di sponda tra Netanyahu e i neocon che sostengono la Haley. E se la guerra su larga scala contro l’Iran si aprirà prima è ancora meglio, perché offre ancora più opportunità, tra le quali un attacco nucleare – di portata variabile – contro Teheran.

Nel clima di emergenza di una guerra contro l’Iran, che richiederebbe un impegno molto più gravoso per Washington rispetto ai conflitti recenti, la retorica infiammata dei neocon farebbe volare le quotazioni della Haley, la quale avrebbe modo di dispiegare tutto il suo armamentario anti-iraniano. E con la Haley alla Casa Bianca, Netanyahu avrebbe vinto e dormirebbe sonni tranquilli.

Far fuori Trump

Per facilitare questo gioco, Trump deve essere fatto fuori, o per via giudiziaria o in altro modo. Così il tycoon si deve guardare sia dai liberal democratici che dai suoi nemici interni, più potenti e pericolosi dei primi. Non gli sarà facile sopravvivere.

Di recente l’offerta indecente: a Trump è stato chiesto di fare della Haley la sua vicepresidente. Nell’offerta era implicito che sarebbe stato sostenuto dai neocon, e quindi avrebbe vinto, in cambio di un ri-orientamento della sua politica estera. La richiesta sembra sia stata rifiutata. Il biondo Donald ha coraggio…

La guerra per la conquista del Trono di Spade, però, è solo all’inizio. I neocon faranno di tutto per portare sugli scudi la loro prediletta, sia usando delle tante leve del potere di cui godono in patria, sia degli sviluppi più o meno imprevedibili del conflitto mediorientale, giocando di sponda con Netanyahu.

Peraltro, da tempo hanno scelto la Haley per interpretare il ruolo di Imperatrice. Da quando Weekley Standard, la bibbia neocon, immortalò la donna nella sua ultima copertina, rimasta online, a futura memoria, per anni.

Icastico il titolo dell’articolo che la descriveva: “Nikki Haley è feroce“. Ritratto perfetto. Farla passare per “moderata”, come ha fatto Dagospia, suona come un insulto agli orecchi dei suoi sanguinari estimatori.

 

 

 

 

 

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