3 Aprile 2017

Petraeus rinnega le primavere arabe

Petraeus rinnega le primavere arabe
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Considera un errore il sostegno alle primavere arabe? «Come diceva Churchill, non importa quanto una strategia possa sembrarti meravigliosa, contano i risultati. Quelli ci dicono che ciò che è successo è tutt’ altro che meraviglioso. Bernard Lewis sostiene che la democrazia in Medio Oriente sia come un medicinale potente che va somministrato un poco alla volta. Adesso sappiamo che non si possono imporre i nostri valori e la nostra visione». Così il generale David Petraeus in un’intervista rilasciata a Serena Danna del Corriere della Sera il 2 aprile.

 

Petraeus è stato uno dei tessitori della strategia Usa degli anni in questione, da qui l’importanza delle sue dichiarazioni. Certo, non serviva un genio per capire che appoggiare le primavere arabe avrebbe comportato solo danni, ma tant’è. Meglio tardi che mai.

 

Uno dei frutti avvelenati delle primavera araba è la guerra siriana. Sul punto, contraddizione patente, Petraeus non recede, accennando alla necessità di “eliminare” Assad, ma solo dopo aver elaborato un piano. Esattamente il motivo per il quale è nata la primavera siriana…

 

Insomma, il riconoscimento dei propri tragici errori, costati decine di migliaia di morti, milioni di sfollati, la distruzione di interi Stati oltre che causa diretta della crescita del Terrore globale, non ha conseguenze sul presente. D’altronde è questa la condizione normale di certe élite alle quali è stata conferita un’immunità  insindacabile.

 

Resta l’ammissione autorevole, che rende giustizia a quanti si sono opposti a quella stagione del caos e che allora erano additati come traditori e inventori di fake news, cosa d’altronde usuale.

 

Interessante anche un’altra parte dell’intervista, nella quale Petraeus accenna all’attuale clima da Guerra Fredda: «Una relazione strategica con la Russia, come con la Cina, è opportuna. Anche durante la Guerra fredda i due Paesi dialogavano in maniera strategica. Bisogna farlo tenendo gli occhi ben aperti».

 

Tale relazione sottotraccia tra superpotenze è indispensabile per evitare incidenti dalle conseguenze catastrofiche. Durante la prima Guerra Fredda era scontata, oggi certa follia serpeggiante tra gli Stranamore di Washington la rende meno assodata. È bene ribadirla.

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