21 Luglio 2016

L'attesa del Signore

L'attesa del Signore
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Nella rubrica Romafelix abbiamo pubblicato una recensione del libro di Elena Bono “La moglie del procuratore“. Una lettrice ci ha inviato un brano relativo a un altro racconto della scrittrice, Piccolo Abi.

 

In questo brano, la Bono si approccia al giorno dell’Ultima cena con uno sguardo singolare, soffermandosi sul momento nel quale Gesù invia due dei suoi a Gerusalemme, spiegando loro che avrebbero incontrato un uomo con una brocca, con il quale avrebbero dovuto conferire per trovare un luogo dove celebrare la Pasqua. 

 

La Bono, con piccola licenza poetica, immagina che siano Tommaso e Giovanni gli apostoli inviati (Luca, invece, specifica che sono Pietro e Giovanni). Quello che pubblichiamo è l’immaginario dialogo tra i due nella circostanza.

 

«Che si fa?», disse Tommaso. «Dove andiamo, che tra un po’ è scuro?».

Giovanni taceva a capo chino.

«Che facciamo?», incalzava Tommaso. Improvvisamente Giovanni rialzò la testa, gettando indietro i capelli.

«Niente. Non facciamo niente».

«Come?», sbalordì Tommaso.

«Niente, Tommaso. Noi non facciamo niente. Farà il Signore».

 

«Ma, Giovanni… ma il Signore aspetta. Aspetta che gli andiamo a dire se tutto è pronto, se abbiamo trovato la casa. E noi la casa non sappiamo affatto s’è questa o se non lo è. Niente è pronto per la cena qui, o quasi niente; manco sappiamo dov’è che è andato a finire il vecchio… non sappiamo niente».

 

«E non facciamo niente», rise luminosamente Giovanni. «Ma lo vedi, Tommaso, che noi più ci diamo di remo, più stiamo in alto mare? Quella volta che eravamo fuori al largo… te lo ricordi, no? Il vento ce l’avevamo contro, la vela non la potevamo aprire, notte che era, buio da tutte le parti, non andavamo né avanti né indietro… una voglia di mettersi a piangere da morire, ed ecco il Signore viene sull’acqua… te lo ricordi, Tommaso… viene come una nuvola… e noi tutti a gridare».

 

«Già. Non ho ancora capito come faceva a andare così sopra l’acqua. E Simone poi…».

«Ma è venuto o non è venuto?».

«È venuto».

«E così verrà stasera, camminando per terra. Noi… ecco qui… abbiamo fatto quel che abbiamo fatto, Tommaso. Un po’ bene, un po’ male, lo sa Dio. Adesso com’è, è. Fermiamoci e aspettiamo il Signore. Lui lo sa che siamo qui».

 

Nota a margine. Così è della vita cristiana, sospesa tra la semplice, stupenda, attesa del Signore, di quel che fa Lui, e la preoccupazione, lo sforzo, di fare qualcosa noi. In fondo il punto ostativo del cristianesimo è tutto qui: nel non accettare, anche in buona fede, questa semplicissima, divina, dinamica. E «più ci diamo di remo»…

 

 

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