15 Aprile 2016

Cinque euro per la Germania

di Gianni Di Noia
Cinque euro per la Germania
Tempo di lettura: 2 minuti

Da oggi in Germania è in circolazione una nuova moneta da 5 Euro. Il suo nome è “Blue Planet Earth“, pesa 9 grammi con 27,25 millimetri di diametro. Dopo una prima fornitura di 500.000 pezzi destinati ai collezionisti (al prezzo di 15,50 €), la Deutsche Bundesbank ne metterà in circolazione 2.500.000 con la vendita limitata a una sola moneta al giorno. La moneta ha validità solo sul territorio tedesco.

 

Presentata da alcuni organi di stampa come notizia poco più che folcloristica, come di un’emissione rivolta principalmente ai collezionisti che si sono detti disposti a pagare un prezzo tre volte superiore al suo valore nominale, la notizia potrebbe avere invece una rilevanza economica più che di rilievo.

 

L’esperienza storica dimostra infatti come le monete siano psicologicamente più facilmente spendibili rispetto alle banconote. Quindi sarà da vedere se, nel tempo, tale moneta andrà a sostituire le banconote tedesche da cinque euro spendibili invece in tutta Europa.

 

Il fatto poi che queste particolari monete abbiano valore solo in territorio tedesco potrebbe rappresentare un’inversione di rotta, oggi solo accennata come possibilità seppur remota, rispetto ai concetti di libera circolazione dei capitali ed alle politiche di stimolo monetario messe in atto dalla Banca Centrale Europea.

 

L’importo circoscritto e la non facile reperibilità dovrebbe limitarne l’uso e la circolazione. E però la cosa potrebbe andare al di là delle intenzioni – o forse secondo alcune nascoste intenzioni – e produrre effetti più che rilevanti, aprendo le porte a un eventuale ampliamento delle emissioni con conseguenze pesanti sul futuro della moneta unica e dell’Unione Europea.

 

Ma al di là del futuro, già tale emissione crea un precedente non ignorabile, che va a minare il dogma della moneta unica. Perché se è vero che l’emissione è presentata come roba da collezionisti, la spendibilità e la quantità del nuovo conio, oltre al peso economico-politico nella Ue della Germania, gli conferisce un valore simbolico non secondario.

 

Vale la pena, infine, sottolineare che Germania ha un precedente storico, anche se non propriamente fausto, in tal senso. I tedeschi, infatti, uscirono dalla disastrosa iperinflazione provocata dalle assurde imposizioni della comunità internazionale per le riparazioni di guerra dopo il primo conflitto mondiale, anche grazie alla mossa del banchiere centrale Hjalmar Schacht.

 

Egli, infatti, introdusse gli Effetti MeFo, cambiali garantite dallo Stato che gli imprenditori si scambiavano tra di loro, favorendo la loro circolazione nel solo territorio tedesco; una mossa che contribuì non poco ad azzerare l’inflazione e favorì la rapidissima ripresa economica.

 

Si potrebbe, inoltre, riflettere anche sul fatto che tali monete siano “acquistabili”, “moneta merce” contro “moneta virtuale”, mentre in tutto il mondo si discute dell’abolizione del contante.

 

Ma al di là delle problematiche del presente e delle suggestioni del passato, con questa emissione i tedeschi hanno voluto probabilmente inviare un segnale ai partner europei e alla Bce, con i quali la convivenza è spesso conflittuale.

 

E dimostrare ancora una volta la loro autonomia, indipendenza e capacità decisionale. Come anche la loro pretesa, a volte rivendicata, superiorità rispetto alle regole imposte dalla Ue (che loro esigono, in maniera alquanto ossessiva, siano rispettate da altri).

 

Comunque la si voglia vedere, questa vicenda appare solo la prima puntata di una storia assolutamente da seguire.

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