12 Dicembre 2014

Francesco del Cossa, Santa Lucia

Francesco del Cossa, Santa Lucia
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Quest’opera di Francesco del Cossa è legata ad uno dei più bei libri di storia dell’arte che abbia mai letto: è l’Officina Ferrarese di Roberto Longhi. Un libro scritto nel 1935 in cui il grande studioso rimontò il puzzle di quella straordinaria ed estroversa stagione artistica che fu la Ferrara della metà del ‘400.

 

Tra i tanti pezzi di puzzle sui quali si trovò a studiare, Roberto Longhi riuscì a ricomporre gli elementi di un polittico che sino al 1725 era custodito nella cattedrale di San Petronio a Bologna e che era stato commissionato dalla famiglia Griffoni. La Santa Lucia che vediamo, e che ora è conservata a Washington,  era lo scomparto superiore destro di questo polittico al quale oltre a Francesco del Cossa aveva lavorato un altro maestro della pittura ferrarese, Ercole de’ Roberti.

Per questo Lucia ci sta guardando dall’alto; e per questo il suo sfondo è diverso da quello degli scomparti bassi, che sono ambientati a cielo aperto in un paesaggio di archeolgia padana. Lucia si posiziona su uno sfondo oro, impreziosito da motivi decorativi incisi: è come se ci guardasse direttamente dal paradiso.

 

Ma questa tavola ha un particolare iconografico che non può non colpire: sono i due occhi, di cui Lucia è protettrice, che sembrano essere come due fiori spuntati dal rametto di palma che la santa tiene nella mano sinistra.

 

Lucia fu martire, uccisa a Siracusa durante le persecuzioni di Diocleziano nel 304. Il suo corpo fu poi portato a Costantinpoli e da lì a Venezia dove venne custodito in una chiesa che sorgeva sul luogo dell’attuale stazione feroviaria, che proprio da lei ha quindi preso il nome.

Da lì venne spostato nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia, a poca distanza, all’inizio del Canal Grande.

Lucia morì decapitata. Quindi il motivo degli occhi non ha a che vedere con il suo martirio, ma piuttosto ha a che vedere con il suo nome. Lucia deriva evidentemente da luce, ed è collegata al suo dies natalis, il 13 dicembre. Nel giorno più buio dell’anno nasce una portatrice di luce e l’averne fatta protettrice della vista è una dilatazione dell’etimologia del nome.

 

In genere Lucia viene rappresentata con gli occhi posati su un piatto o su un vassoio. Del Cossa invece introduce questa variante sorprendente, con una soluzione quasi pre-surrealista. Ma il motivo della fioritura evoca anche altre associazioni: se il vedere è associato al fiorire, vuol dire che attraverso la vista può accadere una fioritura nelle persone. Inevitabile pensare infatti alla frequenza di verbi associati al guardare nei Vangeli: è il guardare Gesù (anche il “guardarlo parlare”) che tocca e cambia il cuore di una persona. È il suo sguardo su di noi che genera un’attrattiva e una pienezza mai sperimentate prima.

 

La delicatezza con cui Lucia, con la sua mano, regge il rametto di “occhi fioriti” sembra proprio originata dalla memoria di quest’esperienza, dalla bellezza sperimentata grazie ad uno sguardo.

 

Di seguito il particolare degli occhi fioriti:

 

fco_del_cossa_lucia

 

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