18 Marzo 2013

Le preghiere del mondo per papa Francesco

Le preghiere del mondo per papa Francesco
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Angelus del Papa

Martedì prossimo, festività di San Giuseppe, papa Francesco incontrerà i capi di Stato e di governo di tutto il mondo nella messa che segna l’inizio ufficiale del suo pontificato. Ma fin dall’annuncio dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro da tutte le capitali del mondo sono partiti messaggi carichi di attese e speranze per il nuovo Papa. Ultimo in ordine di tempo quello inviato proprio oggi, domenica, dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che riportiamo quasi integralmente: «Vorrei esprimere le più sincere congratulazioni per la degna elezione di sua Eccellenza come guida della Chiesa cattolica. Gesù Cristo e gli altri profeti di Dio hanno portato amore, fratellanza e pace per l’umanità e hanno annunciato dignità e felicità per tutti. La missione comune dei profeti è proporre la fede nell’unico Dio e di conseguenza la lotta contro l’oppressione per la pace e la giustizia. Il mondo oggi è colto da molte crisi economiche e culturali, e il bisogno di riformare strutture internazionali ingiuste è evidente a tutti. Questo non sarebbe possibile senza sforzi congiunti per la partecipazione di tutti al governo globale, sulla base comune degli insegnamenti delle religioni abramitiche, come pace, libertà, purezza, giustizia, amicizia e prosperità, nella rimozione delle discriminazioni e dell’oppressione. Nell’esprimere speranza per la pace e la giustizia nel mondo, e nel mutuo rispetto della dignità di tutti da parte di tutti gli Stati e i governi, prego Dio di custodire lei e tutta l’umanità nella salute e nella prosperità».

Parole simili sono arrivate anche dal presidente israeliano Shimon Peres: i rapporti di papa Bergoglio con la comunità ebraica argentina sono sempre stati eccellenti, e unendosi agli auguri dei leader delle comunità di tutto il mondo Peres ha spiegato che il nuovo papa «incarna l’amore di Dio, l’amore per la pace, la santa umiltà». Il presidente ha poi invitato il pontefice a visitare la Terra Santa «appena possibile», perché «potrebbe aiutare a portare pace in questa regione burrascosa». Un invito a cui subito si è associato il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. E al ruolo della Chiesa nel «diffondere la fratellanza tra i popoli» ha fatto accenno anche il presidente siriano Bashar al Assad, che pure ha inviato un telegramma privato al Santo Padre.

Neppure la Cina ha mancato di far arrivare le sue congratulazioni al nuovo pontefice, aggiungendo – per bocca di una portavoce del ministero degli Esteri – l’auspicio che papa Francesco «adotti un’attitudine pragmatica e flessibile e crei così le condizioni per migliorare le relazioni tra la Cina e il Vaticano». Sono auguri che spesso sono andati ben oltre la cortesia che impone il protocollo della diplomazia mondiale. Barack Obama ha parlato di papa Francesco come di «un campione dei poveri e dei più vulnerabili tra noi», promettendo di «offrire le nostre preghiere (sue e della moglie Michelle) per il Santo Padre». Dalla Russia, Vladimir Putin ha spiegato che «i rapporti tra Mosca e il Vaticano potranno migliorare ancora». Il patriarca ortodosso di Mosca Kirill I ha parlato di «unità» dei cattolici e degli ortodossi, «un incontro possibile se sapremo superare i conflitti degli anni Ottanta e Novanta».

Saluto dai toni diversi quello del nuovo presidente venezuelano Nicolas Maduro, il quale ha detto: «Sappiamo che il nostro comandante [Chavez] è andato lassù, ed è faccia a faccia con Gesù. Qualcuno arrivato in Paradiso da poco deve aver detto al Signore: è il momento del Sud America».

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