10 Settembre 2013

L'11 settembre 2001 e quella chiesa ai piedi delle Torri

di Paola Di Sabatino
L'11 settembre 2001 e quella chiesa ai piedi delle Torri
Tempo di lettura: 5 minuti

St. Peter’s church a New York

Ricorrenza infausta quella dell’11 settembre, almeno dal 2001, data dell’attentato alle Torri gemelle. Una tragedia che ne ha causate altre, negli anni, forse più oscure. Tante le storie legate a quel drammatico giorno, che giornalisti, registi, poeti e scrittori hanno fatto conoscere al grande pubblico. Storie di lutti, di famiglie distrutte, di vite spezzate. Storie tragiche, insomma; né potrebbe essere diversamente data la circostanza. E però c’è un’eccezione alla regola. Un’eccezione che ha a che vedere con la chiesa che si trova a ridosso delle Torri, intitolata a san Pietro. Ed è la storia che andiamo a raccontare.

 

Era il 1785 quando, con una donazione provvidenziale di 1000 monete d’argento offerte da Carlo III re di Spagna, i cristiani di New York raggiunsero la somma necessaria per edificare la prima chiesa cattolica della città. La dominazione inglese – la cui legge proibiva il culto cattolico – era appena terminata, gli Stati Uniti d’America sarebbero nati di lì ad un anno e George Washington avrebbe prestato il suo giuramento soltanto tre anni dopo. Per i fedeli newyorkesi dell’epoca si coronava finalmente il sogno di una chiesa in cui poter pregare: avrebbero voluto situarla a Broad Street, ossia nei pressi di quello che allora veniva considerato il centro della città, ma a causa di un diffuso sentimento antireligioso, furono costretti a ripiegare in una zona al tempo più periferica. La prima pietra venne posta così a Barclay Street, nella parte bassa di Manhattan. Nel 1786 la chiesa, allora costruita in stile georgiano, era pronta per la celebrazione della prima messa e venne significativamente intitolata a San Pietro. 

Tu es Petrus et super hanc petram edificabo ecclesiam meam.

Nessuno allora avrebbe potuto immaginare che proprio in quella zona, qualche secolo dopo, sarebbero svettati alti fino al cielo gli edifici del complesso economico più importante del pianeta, il World Trade Center, cuore pulsante della città, simbolo dell’opulenza e del potere statunitensi nel mondo. Né tantomeno avrebbero potuto sapere che quella chiesa, dedicata proprio al principe degli apostoli, sarebbe scampata pressoché intatta all’inferno del terribile 11 settembre 2001.

L'11 settembre 2001 e quella chiesa ai piedi delle Torri

L’attentato alle Torri gemelle, 11 settembre 2001

Nel giorno del tremendo attentato, infatti, tutti gli edifici circostanti al World Trade Center crollarono o vennero seriamente danneggiati dalle fiamme, dalla polvere e dai detriti provenienti dalle Twin Towers in rovina. Anche St. Peter’s Church avrebbe potuto fare la stessa fine. Ma non avvenne. Un buco al tetto, causato dalla caduta di un pezzo del carrello aereo staccatosi al momento dello schianto da uno dei due velivoli che colpirono le torri, fu l’unico danno subito. «Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia», si legge nel Vangelo. Quel giorno a New York, lungo le strade, sotto lo sguardo atterrito dei cittadini e del mondo intero, tutto era morte, rumore di catastrofe, frastuono di sirene e grida di terrore. Ma a St. Peter’s, tra le mura granitiche che nei primi dell’ʼ800 videro la conversione di Elizabeth Ann Seton, la prima santa americana, regnava solo un gran silenzio.

Et portae inferi non prevalebunt adversus eam.

L'11 settembre 2001 e quella chiesa ai piedi delle Torri

L’interno di St. Peter’s Church.

La chiesa era deserta: chi vi lavorava era riuscito a mettersi in salvo e a far ritorno a casa. Il parroco, padre Kevin Madigan, era uscito per vedere se poteva essere di aiuto nelle operazioni di soccorso e soltanto per un miracolo si salvò dalla pioggia di detriti che di lì a poco sarebbe venuta giù. Furono quattro soccorritori, coperti di polvere e con il volto rigato dalle lacrime, a riaprire quel giorno, dopo l’attentato, le porte di San Pietro: trasportavano il corpo di un uomo, padre Mychal Judge, il pompiere e padre francescano ucciso da un detrito in caduta nell’atrio della Torre Nord, mentre prestava soccorso a coloro che si trovano intrappolati nell’edificio. I quattro pensarono fosse quello il posto migliore in cui portare al riparo il corpo senza vita di un sacerdote. Lo deposero sul pavimento in marmo di fronte all’altare maggiore, con al collo una stola presa in sacrestia e il distintivo da vigile del fuoco. Era la vittima “0001” dell’attentato alle Torri Gemelle.

L'11 settembre 2001 e quella chiesa ai piedi delle Torri

Vista dal colonnato di St. Peter’s

Le porte di San Pietro, da quel giorno e nei giorni a venire, non si chiusero più. Fino al 28 ottobre, data in cui cessò la legge marziale nella zona, essa costituì una base e un rifugio per i volontari e i vigili del fuoco che lavoravano tra le macerie delle Torri: «Noi eravamo il primo posto dove portavano tutte le attrezzature di emergenza. Tutto era in disordine», raccontò qualche tempo dopo padre Madigan al St. Anthony Messenger: «La roba era impilata in mucchi alti sei piedi su tutte le panche – bendaggi, maschere del gas, stivali, manichette antincendio e barattoli di cibo per i lavoratori e i volontari, alcuni dei quali stavano dormendo in chiesa in sacchi a pelo». Ma per i soccorritori che vissero più di un mese a San Pietro, e anche per i tanti che orbitavano lì attorno, quella chiesa non rappresentava soltanto una base operativa: in quel luogo, seppur tra la polvere e il disordine dovuti alle operazioni, si poteva pregare, cercare un sostegno religioso nella tragedia che si era abbattuta sulla città e, per chi l’avesse voluto, ascoltare quotidianamente la santa messa.
Fu impossibile per padre Madigan conoscere quanti dei suoi parrocchiani persero la vita nell’attentato dell’11 settembre, perché a St. Peter’s i volti di chi assisteva alle celebrazioni erano sempre diversi. Per lo più si trattava di anonimi fedeli, magari di passaggio, che usciti dal caos del World Trade Center, andavano a cercare un po’ di silenzio e raccoglimento durante la pausa pranzo o in qualche altro momento libero della giornata lavorativa. Per assistere alla messa o semplicemente per dire una preghiera. 

L'11 settembre 2001 e quella chiesa ai piedi delle Torri

Ground Zero

E ancora oggi è lo stesso. I newyorkesi passano di lì, entrano lasciandosi alle spalle i rumori della città e si fermano per qualche istante di fronte all’altare principale – lo stesso dove era solita fermarsi santa Elizabeth Seton – sopra al quale campeggia un bel dipinto della Crocifissione dell’artista messicano Jose Vallejo, donato alla chiesa dall’arcivescovo di Città del Messico nel 1789. Pochi istanti di silenzio, prima di rituffarsi nel vorticoso trambusto della Grande Mela. Magari per chiedere o ringraziare. O magari per ricordare, di fronte al volto di Gesù crocifisso, i propri morti.
Et tibi dabo claves Regni Caelorum.

L'11 settembre 2001 e quella chiesa ai piedi delle Torri

 

Le foto di St. Peter’s e di Ground Zero sono di Renato Cerisola.

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