25 Ottobre 2017

Il "sole danzante" di Benin City

Il "sole danzante" di Benin City
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In questi giorni l’Africa sembra particolarmente benedetta dal Signore. A Benin City, città ignota ai più ma non al Signore, sembra si sia ripetuto il miracolo del sole, come accadde il 13 ottobre del 1917 a Fatima (il condizionale è d’obbligo, ma neanche tanto, come vedremo).

Ma andiamo con ordine. La conferenza episcopale nigeriana ha indetto un anno mariano in ricordo delle apparizioni delle Beata vergine Maria a Fatima a cento anni dall’accaduto (dal novembre 2016 al novembre del 2017).

E ha indetto una «giornata nazionale di preghiera dedicata alla Beata Vergine Maria come culmine» di tale anno, per il 13 ottobre scorso, in occasione appunto del centenario del miracolo del sole avvenuto a Fatima, come ha spiegato l’arcivescovo di Jos Ignatius Ayau Kaigama.

La conferenza episcopale, di cui monsignor Kaigama è presidente, aveva dato convegno a Benin City proprio il 12 e 13 di ottobre, per onorare il centenario del miracolo di Fatima e riconsacrare la Nigeria al cuore immacolato di Maria.

I convenuti, dettaglia  padre Chris Anyanwu, direttore dell’organismo per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale, erano 55mila, tra cui 53 vescovi, 1000 sacerdoti e 2000 religiosi.

Una giornata di preghiera per chiedere alla «Beata vergine Maria Regina della Nigeria», scrive  Anyanwu, «di intercedere per noi per stabilizzare la nave dello Stato che è la Nigeria e ottenere tutte le benedizioni e le grazie di cui ha bisogno la nazione».

La Nigeria, infatti, oltre alle tante difficoltà e sofferenze che affliggono altre nazioni africane, la povertà, i conflitti tribali, la corruzione endemica della politica (nazionale e internazionale) che depreda gli affamati, soffre la cruenta sfida del Terrore, che qui si chiama Boko Haram, affiliato ad al Qaeda e all’Isis.

Stupende le parole di monsignor Kaigama nell’occasione. Ne riportiamo un passaggio: «Siamo convinti che qualsiasi cosa la nostra Beata Madre chiede a Gesù per noi, le sarà concessa. Siamo quindi spinti dalla fede e animati dall’amore per Maria a chiedere con coraggio a Dio di guarire la Nigeria».

«Siamo convinti, senza alcun dubbio», prosegue il presule, «che, come Abramo supplicò Dio di non distruggere Sodoma, così Dio non distruggerà la nostra terra. Come Ninive si pentì e fu risparmiata, così anche la Nigeria sarà risparmiata. Abbiamo la parola del Signore stesso, quando ha detto: “Se il mio popolo, il popolo che porta il mio nome, si umilia e mi prega, mi cerca e si allontana dalla sua condotta malvagia, io lo ascolterò dal cielo, perdonerò i suoi peccati e ricostruirò la sua terra».

Fin qui, in estrema sintesi, le due giornate di Benin City, che sono state accompagnate da una «grande quantità di preghiere rivolte al cielo […] con la specifica intenzione di chiedere l’intervento di Dio per la guarigione della Nigeria», annota padre Anyanwu.

Un report bello, quello del padre, ma anche usuale, che fotografa una realtà ecclesiale, un popolo di Dio che si affida alla Madonna e al suo Signore. Altra e diversa la parte conclusiva della nota, che è stata pubblicata sull’organo di informazioni ufficiale della Conferenza episcopale nigeriana.

«I segni che seguirono le preghiere di riconsacrazione della Nigeria» conclude padre Anyanwu, sono stati reputati da molti come «un’indicazione che Dio aveva risposto alle loro preghiere».

Questi i segni: c’era una «forte pioggia», ma immediatamente dopo la riconsacrazione c’è stata una schiarita ed è uscito il sole. Un sole inusuale, di «un colore mutevole». E «danzante».

«Questo insolito fenomeno», annota ancora padre Anyanwu, «ha rallegrato i cuori dei pellegrini convenuti nel luogo della celebrazione, perché molti di loro hanno testimoniato che ciò che avevano visto ricordava l’esperienza di Fatima nel 1917».

Già, anche allora c’era forte pioggia, alla quale era seguita una schiarita e l’impossibile spettacolo del «sole danzante»…

Avevamo già scritto di questo avvenimento, riferendo dei video e delle foto che girano su internet. Foto di gente che guarda stupita verso il sole, video che immortalano un sole pulsante.

Come avevamo segnalato una nota su una pagina facebook che faceva riferimento alla Conferenza episcopale nella quale vi si accennava. Aggiungendo, però, che nulla di tutto ciò era stato riportato sulla pagina ufficiale della Conferenza episcopale nigeriana.

Ma quella che abbiamo riportata ora è la nota del direttore delle comunicazioni sociali della conferenza episcopale, che certo ha un suo valore. E più di quanto possa sembrare, dal momento che non è pensabile (almeno ad oggi) un pronunciamento della Conferenza episcopale, ché la prudenza è d’obbligo.

Tanto che anche padre Anyanwu evita giustamente di usare la parola miracolo, accennando a un più prosaico «insolito fenomeno».

Ma ci sono «testimoni» diretti ai quali fa riferimento. E anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo avviato una piccola inchiesta ricorrendo all’aiuto di immigrati nigeriani. Riscontrando anche noi, sempre nel nostro piccolo, «l’insolito fenomeno».

Come scritto, la prudenza è d’obbligo in questi casi, ché certe derive miracolistiche sono più che nefaste. Ma in questa vicenda è più facile affermare che qualcosa di felicemente insolito è successo che negarlo.

I video possono essere manipolati, ma la folla che guarda verso il sole, tanto che si ripara gli occhi, c’è e si vede; come ci sono testimonianze oculari… come quelle che furono usate nell’inchiesta sul miracolo di Fatima.

Detto questo non sappiamo se la Chiesa avvierà  o meno un’indagine per accertare l’accaduto. Sembra improbabile, anche se forse sarebbe più che opportuna.

Così, invece di parlare di miracolo, anche noi ci limitiamo a segnalare la felice coincidenza tra quanto avvenuto a Benin City e a Fatima. Stesso giorno, stessa dinamica, cento anni esatti.

Una felice coincidenza che è stata di conforto a quanti hanno assistito al fenomeno. Come anche, di lontano, a noi. Perché è conferma di una immeritata fedeltà e misericordia celesti. Aiuta a sperare e ad affidarsi al cuore immacolato di Maria.

 

 

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