10 Novembre 2017

Hariri come Moro?

Hariri come Moro?
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«Il presidente Michel Aoun “è ancora in attesa di spiegazioni da parte di Saad Hariri, dal momento che è ancora impossibile contattarlo, anche perché il suo destino resta ignoto”. È quanto ha riferito una fonte prossima al presidente della Repubblica libanese a Yara Abi Akl, cronista del giornale libanese Orient le Jour.

Un cenno riportato in un articolo dal titolo più che significativo, “tutti attendono Saad Hariri”, che racconta più di tante parole il nodo sul quale si sta giocando in questo momento il destino del Medio Oriente». Così inizia un articolo che ho scritto per gli Occhi della guerra (cliccare qui).

Il mistero sulla sorte di Hariri si fa sempre più fitto. Il Libano accusa i sauditi di averlo rapito, e non da oggi. Lo strano è che se l’accusa fosse falsa, Hariri avrebbe pubblicamente smentito, come pubblicamente ha “letto” le sue dimissioni. Cosa che finora non ha fatto.

Potrebbe farlo oggi o domani, certo, ma non eliminerebbe i dubbi riguardo questo lungo silenzio, che potrebbe far pensare che l’intempestiva risposta sia anch’essa, come le dimissioni, frutto di pressioni da parte dei sauditi.

Né fugherebbe i dubbi sulla sorte di Hariri. Perché non è possibile ai dirigenti del suo Paese di contattarlo?  Come resta più che strano il fatto che la comunità internazionale resti inerte di fronte a quanto sta accadendo.

Si tratta di un’enormità: non è mai successo, nella storia recente, che il premier di uno Stato venga sequestrato in modo così palese (almeno questa l’eventualità che la comunità internazionale dovrebbe dirimere).

L’unico precedente che questo caso in qualche modo rievoca (per convergenze parallele, dal momento che le forme e le circostanze sono affatto diverse e divergenti) è il sequestro dell’onorevole Aldo Moro. Ma evocarlo non porta bene…

Grande è il mistero che circonda questa vicenda. Il dubbio è che anche i sauditi siano in ambasce, cioè non sappiano come uscire da questa controversia, provocata in maniera tanto improvvida.

Qualcosa di improvvido sembra essere accaduto, appunto, ché il principe ereditario saudita è giovane quanto impulsivo. Urge una mediazione e un qualche compromesso. Il rischio di un incendio è altissimo.

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