11 Ottobre 2013

Clandestinità, Grillo sconfessa i suoi

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Retromarcia del M5S sull’emendamento per la depenalizzazione del reato di clandestinità: non era nel programma, quindi non poteva essere presentato. Nuovo dibattito nel movimento, con Casaleggio che non dissimula la sua irritazione. Insomma, l’iniziativa dei senatori grillini oscilla da atto contrario allo spirito del movimento a mera questione procedurale. 

Possibile che a complicare le cose siano state le analisi mediatiche sulla possibile alternativa di governo, dal momento che ad appoggiare la proposta è stata la sinistra (Pd e Sel). Ma al di là delle polemiche interne, la Commissione ha ormai approvato e la parola passa all’Aula. Ci sarà dibattito, ma dopo la vicenda Lampedusa (e dopo le nette prese di posizione da parte del Papa e della Chiesa), dovrebbe essere approvato, anche se con distinguo e con sollecitazioni a una riforma complessiva del problema immigrazione. Questo perché i partiti, e i movimenti, hanno il problema che gli italiani potrebbero punire chi ha approvato la legge, favorendo – questo il ragionamento – un maggior afflusso di immigrati in Italia. Nel caso specifico, quindi, la politica ha le mani legate da un sentimento diffuso nella popolazione – tra l’altro Grillo ha anche detto che se si fossero presentati alle elezioni con un programma che prevedeva la depenalizzazione del reato di clandestinità avrebbero preso percentuali da «prefisso telefonico». Triste, ma vero: una brutta fotografia del Paese reale, che rispecchia la pochezza delle classe politica che la rappresenta.

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