16 Settembre 2013

Fed, Larry Summers rinuncia per la prima volta una donna al vertice della banca centrale Usa

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Larry Summers si ritira dalla gara per la successione ormai prossima a Ben Bernanke alla guida della Fed, la banca centrale Usa. Economista sopraffino, clintoniano, l’ex ministro del Tesoro era l’uomo a cui Obama aveva affidato la risoluzione del caos derivato dalla crisi economica. Una crisi che si era risolta con una sorta di pubblico compromesso tra grande finanza e Stato, ma di fatto, con la vittoria della prima che aveva incassato i soldi freschi per risanare i conti e ripartire con i suoi giochi. Forse non si poteva fare altrimenti, data la situazione e i rapporti di forza tra politica e grande finanza, forse sì. E in ogni caso l’esito di quel braccio di ferro non dipende dal solo Summers: troppo grande il gioco; ma certo l’uomo – e con lui Obama – ha svolto un ruolo non secondario.

Ora che Summers ha dichiarato la sua indisponibilità per la carica, con tanto di annuncio della Casa Bianca, l’unica pretendente al titolo, a meno di improbabili sorprese, resta Janet Yellen, attuale vicepresidente della Fed.

Per lei si è spesa anche il premio nobel per l’economia Paul Krugman, noto per le sue critiche contro il dogmatismo che propugna ricette anti-crisi a base di austerity. Sarebbe la prima donna a salire al vertice della Fed, in un momento in cui la banca centrale Usa si trova davanti a scelte ardue: finora ha sostenuto l’economia Usa iniettando liquidità nel mercato. Ma presto, questo almeno il pensiero di Bernanke, tale misura andrà rivista, a meno di non voler creare nuove bolle. Se e quando accadrà, occorrerà modulare il cambiamento in modo da non causare ripercussioni devastanti sul sistema economico mondiale.

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