7 Giugno 2013

Fuoco sul Golan, Israele in allarme e l'Austria ritira i suoi caschi blu

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S’infiamma il confine tra Siria e Israele: ieri le forze anti-Assad hanno attaccato il villaggio di Quneitra, lungo la linea del cessate-il-fuoco del Golan. Uno scontro breve ma intenso, al termine del quale le truppe di Damasco hanno ripreso il controllo dell’abitato. Due le novità di questo inatteso nuovo fronte: le alture del Golan, da tempo contese tra Israele e Siria, tornano a essere un punto caldo, dal momento che Israele ha schierato i tank al confine; inoltre, le truppe dell’Onu schierate lungo la linea del cessate-il-fuoco, creata per dividere i due Paesi contendenti, sono state coinvolte nel conflitto – due caschi blu sono stati feriti –, tanto che l’Austria ha già dichiarato il ritiro del suo contingente, che rappresenta un terzo degli effettivi schierati.

Dall’inizio della guerra siriana, le alture del Golan sono rimaste alquanto tranquille, anche se non sono mancati incidenti. La giornata di ieri potrebbe segnare un punto di svolta nel conflitto, coinvolgendo anche quell’area nel caos siriano. Il problema è che a pochi chilometri c’è Israele: un incidente in quella zona, ad esempio un lancio di razzi che vadano a colpire centri abitati in territorio israeliano, potrebbe dare via a un’escalation della quale è difficile prevedere le conseguenze.

La notizia del ritiro del contingente austriaco desta un duplice allarme: non solo per l’indebolimento dell’impegno Onu nella zona, ma anche perché nell’ultimo vertice Ue, nel quale si è deciso di togliere l’embargo sulle armi alle forze di opposizione siriane, l’Austria è stato il Paese che più ha tentato di resistere alle sollecitazioni in tal senso provenienti da Inghilterra e Francia.

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