L'annuncio di Trump sulla Russia: più che una bomba, un petardo

Oggi Trump ha rilasciato la dichiarazione sulla guerra ucraina annunciata la scorsa settimana e sulla quale si era creata una grande attesa. Riportiamo da Strana: “Il giorno prima c’era stato un intenso ‘surriscaldamento dell’opinione pubblica’”.
“Ad esempio, il protagonista del disegno di legge sulle sanzioni contro la Russia, il senatore Lindsey Graham, ha preso la parola, promettendo che Trump avrebbe confiscato i beni russi congelati negli Stati Uniti, consegnato numerose armi e dato il via libera all’introduzione di sanzioni secondarie del 500% contro i Paesi che acquistano risorse energetiche e altri beni russi”.
“Diversi organi di stampa hanno riferito che Trump avrebbe annunciato il trasferimento di missili a lungo raggio all’Ucraina. Alla fine, però, le dichiarazioni di Trump si sono rivelate tutt’altro che estreme. Tanto che persino il mercato azionario russo, a sua volta, è decollato”.
“In sostanza, Trump ha detto varie cose: (1) La decisione più importante è che ha rinviato di 50 giorni l’introduzione dei dazi nei confronti della Federazione Russa e dei suoi partner commerciali, affermando che durante questo periodo Kiev e Mosca dovranno concludere un accordo”.
“Allo stesso tempo, Trump ha di fatto accantonato la legge di Graham sui dazi del 500%, affermando che avrebbe imposto dazi del 100% senza dover approvare una legge specifica […]”.
“(2) Trump ha poi annunciato la fornitura di armi all’Ucraina attraverso la NATO e con fondi europei, cosa che aveva già annunciato in precedenza. ‘Produrremo armi, ma saranno loro a pagarle, non noi’, aveva affermato il presidente degli Stati Uniti riferendosi ai Paesi europei”.
“Ha menzionato solo un tipo di arma, i sistemi di difesa aerea Patriot, che arriveranno in Ucraina ‘nei prossimi giorni’. Allo stesso tempo, ha specificato che formalmente i sistemi [Patriot] saranno venduti all’Europa per sostituire quelli che sono già stati consegnati all’Ucraina dalla UE” [e sono andati per lo più distrutti ndr.].
“Trump ha affermato che il pacchetto comprendeva in totale 17 Patriot, ma ha chiarito che non tutti sarebbero stati utilizzati sul campo di battaglia, cioè non tutti sarebbero arrivati in Ucraina. Non ha specificato quanti ne avrebbe ricevuti Kiev”.
“Inoltre, non ha specificato in quale forma gli Stati Uniti avrebbero fornito i 17 Patriot. Se fossero 17 batterie, si tratterebbe di un numero esorbitante; per fare un paragone, la Germania, membro della NATO, ne ha attualmente solo sei, e Israele, il più stretto alleato degli Stati Uniti, ne ha tre […]. All’Ucraina, secondo quanto riportato dai media, arriverebbero 6-7 batterie”.
“Ma è più probabile che si tratti di due o tre batterie. Lo standard NATO prevede fino a sei lanciamissili, ma per aumentare la densità di fuoco in condizioni di combattimento è consentito il dispiegamento di un massimo di dieci lanciamissili, cioè due batterie da 8-9 lanciamissili, oppure tre da 5-6. Il risultato è il numero 17 citato da Trump”.
“(3) Nel complesso, il tono di Trump non è stato bellicoso e ha affermato di aspettarsi che la pace venga raggiunta attraverso i negoziati, cosa che, a suo dire, la Russia non accetta. Trump ha definito il commercio ‘un valido strumento per fermare le guerre’. Si è anche rifiutato di definire Putin un ‘assassino’ pur criticandolo per aver continuato la guerra in Ucraina e per aver bombardato le città”.
“Al momento, la questione fondamentale è il trasferimento dei sistemi Patriot all’Ucraina. Trump non ha ancora confermato la consegna di altri tipi di armi di cui hanno parlato i media americani (in particolare, missili a lungo raggio). Tuttavia, ciò non ne esclude la spedizione”.
“Dopo il discorso di Trump, la CNN ha riferito, citando alcune fonti, che gli Stati Uniti potrebbero vendere ai Paesi della NATO missili a corto raggio, obici e missili aria-aria a medio raggio, che verrebbero poi trasferiti all’Ucraina” [se vero, si eviterebbero, però, i missili a lungo raggio e i connessi rischi di escalation ndr].
“Se paragoniamo tutto ciò a quanto annunciato da Graham e da alcuni media americani, non si tratta dell’approccio duro che ci si aspettava. Da un lato, Trump ha dato il via libera alla fornitura di armi all’Ucraina, ma non gratuitamente, bensì dietro pagamento degli europei. E non è chiaro in quale quantità e quali armi siano nello specifico”.
“D’altra parte, non ha imposto sanzioni immediate. Ha dato a Putin altri 50 giorni per negoziare un accordo. 50 giorni corrispondono alla fine di agosto. In questo lasso di tempo molto può cambiare sia sul campo di battaglia ucraino che nel mondo”.
“Allo stesso tempo […] il giorno prima, la rivista Axios aveva scritto che Putin aveva detto a Trump che entro 60 giorni avrebbe intrapreso un’offensiva di vasta portata per raggiungere i confini di tutte e quattro le regioni già parzialmente annesse” [la conversazione Trump-Putin è del 3 luglio, 10 giorni fa: I 50 giorni dati da Trump corrispondono, dunque, alla tempistica definita dallo zar ndr. ].
“In altre parole, Trump ha sostanzialmente dato a Putin il tempo di provare a mettere in pratica la sua minaccia. E poi, in base a ciò che riuscirà a fare e a ciò che non riuscirà, si terranno i negoziati per un accordo”.
“La deputata Maryana Bezuglaya [voce ufficiosa del governo di Kiev ndr] ha commentato la situazione in modo simile: ‘Trump ha dato a Putin altri 50 giorni per impadronirsi dell’Ucraina. Carta bianca, per così dire. Che si tratti del Dnepr o di Kramatorsk, è tutto tanto appetitoso'”.
A tale scenario si può aggiungere che i Paesi europei sono chiamati a comprare le costose armi americane – spese a cui si aggiungono i costi di spedizione, non certo trascurabili – proprio mentre Trump minaccia dazi del 30% contro di essi. Il suicidio assistito dell’Europa – del tutto inutile ai fini di ribaltare le sorti della guerra – è servito, a meno di un sussulto di ragionevolezza. Che non si vede all’orizzonte.
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