13 Giugno 2013

Il Cavaliere gela i vertici del Pdl "L'anti-renzi può essere Marchini"

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Un’ipotesi viene rilanciata sui media ed è quella che vedrebbe Berlusconi cercare una figura estranea al Pdl da mettere alla guida del partito, in grado di sfidare quello che viene considerato il futuro leader del centrosinistra, ovvero Matteo Renzi. Da qui varie possibilità, tra le quali quella più suggestiva sarebbe quella di affidare questo ruolo ad Alfio Marchini: figlio di un illustre figura del Pci, Alfio è emerso nella corsa a sindaco di Roma, nella quale ha raggranellato il dieci per cento dei voti. Una messe di consensi considerevole, considerando che non ha struttura e non appartiene a nessuno schieramento politico. L’ipotesi Marchini nasce da una presunta telefonata, avvenuta tra il primo e secondo turno delle votazioni, nella quale il Cavaliere si sarebbe complimentato con Alfio per la sua neutralità riguardo al ballottaggio, vinto poi dalla sinistra. 

Non si sa se è una fola – Alfio potrebbe guardare altrove –, di certo c’è che in questi giorni il Pdl sta cercando una nuova via per proporsi agli italiani. D’altronde è inevitabile: l’anagrafe e i processi in corso presumibilmente non permetteranno a Berlusconi di ripresentarsi alla guida del centrodestra alle prossime elezioni; al momento non c’è nessuno dentro il Pdl che sembra in grado di gestire l’eredità del Cavaliere, dal momento che uno dei tanti limiti delle varie formazioni da lui guidate è che non hanno formato una classe dirigente credibile; infine, la sfida con Renzi obbliga a rincorrere il Pd sulla via della novità.

Altra certezza è che, oltre al nome, andrà a mutare anche la forma partito: la triade Verdini-Santanché-Capezzone ha iniziato a lavorare su un nuovo modello, che sulla carta dovrebbe favorire un rapporto più diretto con la società civile, come anche sopperire alla mancanza di fondi: quelli pubblici, a causa dell’esaurimento del finanziamento ai partiti, e quelli privati, dal momento che Berlusconi non può più essere la banca del centrodestra.

Il tempo per lavorare all’edificazione di un nuovo soggetto politico dipende dalla durata del governo Letta, messo a repentaglio dai processi a Berlusconi, la cui condanna ed eventuale interdizione dai pubblici uffici potrebbe generare reazioni, e dalle fibrillazioni del centrosinistra, ancora in preda a lotte intestine che potrebbero riverberarsi sulla tenuta dell’esecutivo.

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