In morte di un animatore parrocchiale
Tempo di lettura: < 1 minuteSolo qualche riga per ricordare Marco Gusmini, 21 anni, ucciso dal crollo di un Crocifisso monumentale eretto a Cevo, in Valcamonica, realizzato, al tempo, in occasione della visita di Giovanni Paolo II a Brescia. Il ragazzo partecipava a una gita parrocchiale, era infatti partecipe delle attività della parrocchia di Lovere, paese nel quale abitava con la famiglia a via Giovanni XXIII. Marco aveva accompagnato il parroco in quella gita, una delle tante, a portare bambini a giocare ai piedi di quel Crocifisso che l’avrebbe schiacciato sotto il suo peso. Era disabile Marco. Per questo, quando il parroco ha lanciato l’allarme – si era accorto che il Crocifisso stava per cadere – non è riuscito a scappare come gli altri bambini. Triste e suggestiva coincidenza, quella che vede questa vicenda legata ai nomi dei due papi che domenica prossima saranno dichiarati santi dalla Chiesa.
La notizia è rimbalzata su tutti i media, data la tragica coincidenza di nomi ed eventi, ma balza agli occhi un’altra coincidenza, che accomuna due Papi dichiarati santi dalla Chiesa al destino di un povero animatore parrocchiale, che quella santità l’ha vissuta in una parrocchia sperduta, insegnando ai bambini a voler bene a Gesù. Quel Gesù che con le braccia distese sulla Croce abbraccia il mondo, in un abbraccio di misericordia infinita. Lui, che ha voluto abbracciare un’ultima volta quel suo amico di Lovere e portarlo con sé nel Suo paradiso.