24 Gennaio 2013

Israele, verso l'accordo Netanyahu-Lapid

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Il risultato delle urne ha consegnato al mondo un Israele spaccato a metà: 60 seggi ai partiti di destra, 60 a quelli di centro e di sinistra. Vero, le cose potrebbero cambiare in seguito allo spoglio dei voti dei militari, ma si tratta di un seggio in più o in meno. Il risultato sostanzialmente non non cambia. Così ora Netanyahu, che guida il partito di maggioranza relativa e sarà incaricato di formare il nuovo governo, si interroga sul futuro.

E il futuro sembra ineluttabile: impossibile governare senza i centristi guidati dall’astro emergente della politica israeliana, Yiar Lapid. Cosa questo comporterà  non è dato di sapere. Per ora l’unico dato certo è che Netanyahu deve venire a patti: il suo sogno di guidare in solitaria lo Stato israeliano verso gli obiettivi militari più volte dichiarati (Iran) non si è avverato. Dopo lo stop imposto dal mondo alla guerra contro Gaza del novembre scorso, la sconfitta alle elezioni americane (dove si era pesantemente esposto per la vittoria di Romney), questa è la sua terza sconfitta politica dopo anni di successi. Ci limitiamo a registrare il dato.

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