3 Gennaio 2013

Evitato il baratro fiscale Ora battaglia sul debito

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In extremis Obama riesce a evitare agli Usa il precipizio del fiscal cliff e a far passare l’accordo raggiunto con i repubblicani al Senato anche alla Camera, nonostante, fino all’ultimo, si sia temuto che le frange più dure del Grand Old Party, in particolare i deputati eletti con il Tea Party, potessero far saltare l’accordo. E in effetti fino alla fine hanno fatto ostruzione, mentre altri repubblicani, capeggiati da John Boehner, hanno alla fine votato a favore, temendo che fossero additati come i responsabili della catastrofe economica che si sarebbe abbattuta sugli Stati Uniti.

Passa l’aumento di tributi per i più ricchi, anche se la soglia della nuova tassazione resta troppo alta per molti democratici, escludendo fasce di reddito molto elevate.

Evitata la catastrofe, ma solo per il momento, perché il nuovo governo è chiamato ad alzare il tetto massimo dell’indebitamento del Tesoro, un artificio contabile che può fare uno Stato sovrano e non altri. Ma i repubblicani sono pronti a dare battaglia anche su questo, chiedendo, al solito, di intervenire sulle spese sociali.

Comunque per ora la recessione degli Stati Uniti è stata evitata, cosa che avrebbe avuto conseguenze disastrose sull’economia occidentale.

Le Borse volano: chi ha titoli guadagna, gli altri un po’ meno.

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