18 Giugno 2013

Turchia, la minaccia di Erdogan Mandare l'esercito nelle strade

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Lo sciopero indetto dai due principali sindacati turchi a seguito dei fatti di Gezi Park e piazza Taksim è stato annullato a causa della minaccia arrivata dal vicepremier Bulent Arinç, il quale è arrivato a ventilare il ricorso all’esercito in caso di nuove proteste. I due sindacati (il Disk e il Kesk), temendo altri spargimenti di sangue, hanno invitato i manifestanti ad abbandonare piazza Taksim. Erdogan è dunque intenzionato a perseguire la sua strada, anche a costo di sfidare l’Europa. Alle condanne per l’uso eccessivo della violenza levatesi dal continente europeo, infatti, il primo ministro turco ha risposto dichiarando di non riconoscere le «decisioni del Parlamento Ue». Lo sdegno dell’Europa non sembra dunque toccare il governo del Paese della Mezzaluna, il quale già sta pensando ad una legge per limitare l’uso dei social network, protagonisti della rivolta. La scorsa domenica notte, intanto, la repressione si è abbattuta su manifestanti e giornalisti. Stando ai sondaggi, però, la linea dura non sta pagando Erdogan, verso il quale calano i consensi: l’ombra di Gezi Park rischia di allungarsi sulle elezioni del 2014.

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