14 Giugno 2014

Il Papa e il "silenzio sonoro" di Dio

Il Papa e il "silenzio sonoro" di Dio
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Il profeta Elia

«Il Signore, quando vuole darci una missione, vuole darci un lavoro, ci prepara. Ci prepara per farlo bene, come ha preparato Elia […]  Quando il Signore dà una missione, sempre fa entrare noi in un processo, un processo di purificazione, un processo di discernimento, un processo di obbedienza, un processo di preghiera». Così il Papa nell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta il 13 giugno. La «fedeltà a questo processo» sta nel «lasciarci condurre dal Signore». E accennando alla vicenda del profeta Elia, minacciato e intimorito dalla regina Gezabele, ha spiegato: «Questa regina era una regina cattiva e ammazzava i suoi nemici. E lui ha paura. Ma il Signore è più potente. Ma gli fa sentire come lui, il grande e bravo, anche ha bisogno dell’aiuto del Signore e della preparazione alla missione».

In precedenza, accennando a Elia, Francesco aveva ricordato del suo incontro con il Signore – e dell’inizio della sua missione –  quando al profeta è dato di discernere la voce del Signore negli avvenimenti che gli capitano d’attorno: «Il Signore non era nel vento, nel terremoto, nel fuoco, ma era in quel sussurro di una brezza leggera, nella pace o, come dice l’originale – proprio l’originale, un’espressione bellissima – dice: “Il Signore era in un filo di silenzio sonoro”. Sembra una contraddizione: era in quel filo di silenzio sonoro. Elia sa discernere dov’è il Signore, e il Signore lo prepara con il dono del discernimento. E poi, dà la missione».

 

Nota a margine. Invero bellissima, come accenna il Papa, questa immagine del “silenzio sonoro”  nel quale si manifesta Dio. Che accenna anche al valore che il silenzio ha sempre avuto nella tradizione cristiana: il silenzio dei monasteri, il silenzio nelle chiese…  «Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci», recita un salmo da riscoprire in un secolo di verbosità, anche ecclesiale.

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