10 Maggio 2014

Il Papa, i grandi santi e la santità quotidiana dei poveri peccatori che percorrono la via di Gesù

Il Papa, i grandi santi e la santità quotidiana dei poveri peccatori che percorrono la via di Gesù
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La Chiesa è santa, «ma come può essere santa se tutti noi siamo dentro? Siamo peccatori tutti, qui. È santa la Chiesa! Noi siamo peccatori, ma lei è santa. È la sposa di Gesù Cristo e Lui la ama, Lui la santifica, la santifica ogni giorno col suo sacrificio eucaristico, perché la ama tanto. E noi siamo peccatori, ma in una Chiesa santa. E anche noi ci santifichiamo con questa appartenenza alla Chiesa: siamo figli della Chiesa e la Madre Chiesa ci santifica, col suo amore, con i Sacramenti del suo Sposo». In questa «appartenenza alla Chiesa anche noi ci santifichiamo: siamo figli della Chiesa e la madre Chiesa ci santifica con i suoi sacramenti del suo sposo […] questa è la santità quotidiana, questa è la santità di tutti noi. A tal punto che negli Atti degli Apostoli, quando si parlava dei cristiani, si diceva il “popolo dei santi”» E così anche san Paolo «parla ai santi: a noi peccatori ma figli della Chiesa santa».Così il Papa nell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta il 9 maggio.

«In questa Chiesa santa – ha aggiunto Francesco – il Signore sceglie alcune persone per far vedere meglio la sua santità, per far vedere che è lui che santifica, che nessuno si santifica da se stesso. Che non c’è un corso per diventare santo, che essere santo non è fare il fachiro». E la prima regola della santità, proprio perché è opera di Dio, è che Lui cresca e noi diminiuamo, è necessaria insomma «la nostra umiliazione perché il Signore cresca». E ha accennato a grandi peccatori che diventano santi, come Saulo, che da persecutore, incontrò il suo Signore sulla via di Damasco, lui che da uomo aveva tutto chiaro «diventa come un fanciullo e obbedisce; si alza, va e aspetta», ma non «con il telefonino in mano», cioè qualcosa del tipo: «Vieni… cosa devo fare, ma io sto aspettando da due giorni…». No, Saulo «aspetta come era lui: pregando e facendo digiuno. Il suo cuore era cambiato».

I santi non sono eroi, ha continuato Francesco, «la differenza tra gli eroi e i santi è la testimonianza di Gesù». E questo porta che i santi diminuiscano perché lui cresca, e subiscono persecuzioni, come Giovanni Battista: «L’uomo più grande nato da donna, che finisce in carcere per il capriccio di una ballerina e l’odio di un’adultera […] Tutti i santi canonizzati nella Chiesa finiscono tanto umilmente».

È la strada dei grandi santi, ma «anche il percorso della nostra santità [] non saremo santi se non ci lasciamo convertire il cuore per questa strada di Gesù: portare la croce di tutti i giorni, la croce ordinaria. la croce semplice e lasciare che Gesù cresca, ma se andiamo su questa via tutti noi daremo testimonianza di Gesù Cristo che ci ama tanto. E daremo testimonianza che mentre noi siamo peccatori la Chiesa è santa».

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