30 Aprile 2014

Il Papa: l'intelletto, dono che rende partecipi del disegno di Dio

Il Papa: l'intelletto, dono che rende partecipi del disegno di Dio
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Emmaus, Janet Brooks-Gerloff

Nell’Udienza generale di mercoledì 30 aprile, il Papa si è soffermato su un altro dei sette doni dello Spirito Santo, l’intelletto, spiegando che questo «suscita nel cristiano la capacità di andare al di là dell’aspetto esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza». Ovviamente, ha precisato, non ci è dato di capire tutto il disegno di Dio, ma «ci fa capire le cose come le capisce Dio, con l’intelligenza di Dio. Perché uno può capire una situazione con l’intelligenza umana, con prudenza, e va bene. Ma capire una situazione in profondità, come la capisce Dio, è l’effetto di questo dono È un bel regalo che il Signore ha fatto a tutti noi».

Un dono «strettamente connesso alla fede», che «ci fa crescere giorno dopo giorno nella comprensione di quello che il Signore ha detto e ha compiuto […] Capire gli insegnamenti di Gesù, capire la sua Parola, capire il Vangelo, capire la Parola di Dio. Uno può leggere il Vangelo e capire qualcosa, ma se noi leggiamo il Vangelo con questo dono dello Spirito Santo possiamo capire la profondità delle parole di Dio. E questo è un gran dono, un gran dono che tutti noi dobbiamo chiedere e chiedere insieme».

Quindi, come esempio di questo dono, il Papa ha citato il brano evangelico dei discepoli di Emmaus, il quali, affranti dalla morte di Gesù, tornano verso casa:  «Gesù risorto si affianca e comincia a parlare con loro, ma i loro occhi, velati dalla tristezza e dalla disperazione, non sono in grado di riconoscerlo. Gesù cammina con loro, ma loro sono tanto tristi, tanto disperati, che non lo riconoscono. Quando però  il Signore spiega loro le Scritture, perché comprendano che Lui doveva soffrire e morire per poi risorgere, le loro menti si aprono e nei loro cuori si riaccende la speranza. E questo è quello che fa lo Spirito Santo con noi: ci apre la mente, ci apre per capire meglio, per capire meglio le cose di Dio, le cose umane».

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