13 Gennaio 2015

L'uccisione dei fratelli Kouachi: una domanda

L'uccisione dei fratelli Kouachi: una domanda
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Sul suo blog, collegato al Giornale, Marcello Foa pone una ulteriore domanda su quanto accaduto a Parigi a seguito della strage presso la redazione di Charlie Hebdo: «Mentre l’assalto al negozio Kocher era impegnativo e rischioso a causa della presenza di ostaggi […] il blitz contro i fratelli Kouachi è avvenuto in condizioni ben diverse, quasi ideali per catturali vivi. Ora lo sappiamo con certezza: erano asserragliati nella tipografia senza ostaggi. C’era un solo dipendente quando hanno fatto irruzione, il quale ha avuto la prontezza di riflessi di nascondersi in uno scatolone e i fratelli Kouachi non si sono mai accorti della sua presenza».

 

E ancora: «Le condizioni erano ottimali per catturarli vivi. E invece sono stati entrambi uccisi. Secondo le ricostruzioni di stampa i due sarebbero usciti dalla tipografia, nella quale si erano asserragliati, sparando all’impazzata contro le forze di polizia dopo che queste – probabilmente – avevano iniziato a lanciare lacrimogeni nel locale. Un contesto difficile e confuso ma di certo non insolito per delle teste di cuoio altamente preparate a questo tipo di eventi e addestrate sia ad uccidere sia a neutralizzare tenendo in vita.

Ed è evidente che la cattura è altamente preferibile all’eliminazione, tanto più in assenza di ostaggi. Vivi, i due sarebbero stati interrogati, si sarebbe potuto scoprire la loro rete di contatti, i loro mandanti, approfondire la storia del reclutamento nello jhadismo. E invece sono stati uccisi entrambi. Era davvero indispensabile?».

 

Nota a margine. La domanda che pone Foa si somma ad altre (ad alcune di queste accenna nel suo blog, ad altre abbiano accennato nel nostro povero sito). Ma è da tempo che accade questo. Ad altri attentati griffati Al Qaeda (Atocha, strage di Tolosa etc.) ha fatto seguito una caccia all’uomo simile a quella avvenuta in Francia. Ad oggi il copione si è ripetuto con incredibile puntualità (anche nei casi citati non si era in presenza di ostaggi), ovvero con la morte degli attentatori. A quanto pare le forze di sicurezza internazionali non imparano dagli errori precedenti, anzi soffrono di una bizzarra coazione a ripeterli.

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