30 Maggio 2025

Cessate il fuoco: Hamas sta valutando la nuova proposta

di Davide Malacaria
Cessate il fuoco: Hamas sta valutando la nuova proposta
Tempo di lettura: 4 minuti

Proni alla propaganda israeliana e preoccupati di rimettere le cose a posto, con Israele ricollocato nella casella dei buoni e Hamas in quella dei cattivi, ieri sera diversi media nostrani hanno riferito che Hamas aveva rifiutato il cessate il fuoco made in Usa accolto dal premier israeliano. Così ieri il comitato editoriale della Repubblica e altri sedicenti mezzi di informazione, per i quali evidentemente nulla conta la verifica delle notizie né l’approfondimento.

Hamas sta valutando la proposta di Witkoff-Netanyahu

In genere evitiamo di sottolineare l’ovvio, cioè che i media mainstream hanno abdicato al loro ruolo di informazione per consegnarsi al potere costituito, nello specifico i circoli internazionali che hanno sostenuto e sostengono Netanyahu e il genocidio del popolo palestinese, ma nell’occasione non possiamo esimerci dal farlo perché il tema, lo sterminio e del popolo palestinese e la deportazione dei sopravvissuti, è troppo grave per tacere.

Hamas ieri non ha rifiutato il cessate il fuoco. Bastava leggere qualsiasi media israeliano o arabo per averne contezza. È accaduto altro: Hamas aveva concordato con l’inviato americano Steve Witkoff uno schema di cessate il fuoco temporaneo nel quale si prevedeva che, in parallelo allo scambio di ostaggi tra i due contendenti, Israele si ritirasse dalla Striscia e soprattutto si avviassero trattative per chiudere la guerra.

Tale prospetto, nei negoziati successivi tenuti da Witkoff e Ron Dermer, in rappresentanza di Netanyahu, è stato cambiato, dando vita a uno schema alquanto ambiguo, soprattutto sulla fine della guerra, che Tel Aviv si riservava di riprendere o meno alla scadenza della tregua.

Infatti, al di là di altre intese stabilite con Witkoff e non più presenti nel piano accolto da Israele, una fonte di Hamas, interpellata dal Timesofisrael, ha detto che il punto più critico resta quello sulla durata della tregua. Infatti, riferisce il media israeliano, “Hamas vuole che la clausola riguardante i colloqui sul cessate il fuoco permanente (che l’accordo prevede possano aver luogo durante una tregua iniziale di 60 giorni) venga modificata per impedire più esplicitamente a Israele di riprendere il conflitto”.

PM said to principally back Witkoff outline; Hamas may okay it — with reservations

Una richiesta niente affatto capziosa, dal momento che la tregua concordata e attuata in precedenza, benché prevedesse analoghi colloqui ad ampio respiro da tenersi nel corso del cessate il fuoco temporaneo, non ha avuto il decorso stabilito, con Israele che ha violato le intese e ripreso a far strage.

Così in queste ore Hamas sta valutando la nuova offerta israelo-americana e successivamente risponderà. Come accennato, si prevede che chiederà modifiche che siano più stringenti sulla tregua permanente.

Tutto resta sospeso: Netanyahu è riuscito per l’ennesima volta a smarcarsi dal pressing americano, alquanto blando va specificato (nonostante gli alterchi), e ad allungare i tempi, così da avere spazio di manovra per trovare nuovi escamotage per sabotare la pace. Nel frattempo, le bombe continuano a piovere su Gaza, gli aiuti continuano ad arrivare col contagocce etc.

Levy e gli echi della Germania nazista a Gaza

Nell’attesa, val la pena riferire parte di un articolo di Gideon Levy, pubblicato su Haaretz, dedicato alla connivenza della Germania col genocidio in corso, connivenza provocata dalla sudditanza di Berlino a Tel Aviv a motivo delle atroci responsabilità pregresse dei tedeschi, a causa delle quali si sentono costretti a pagare un debito storico nei confronti di Israele.

Germany's Enslavement to Its Past Kept It Silent on Gaza for Far Too Long

Ma, dato quel che accade a Gaza, scrive Levy, avviene l’esatto contrario: “La Germania ha tradito la memoria dell’Olocausto e le sue lezioni. Un Paese che considerava che il suo compito più alto fosse quello di non dimenticare, ha dimenticato. Un Paese che si era ripromesso di non rimanere mai in silenzio, tace. Un Paese che una volta disse ‘mai più’, ora dice: ‘di nuovo’, con le armi, con i finanziamenti, con il silenzio”.

Invece, la Germania “non ha il diritto di tacere. Deve portare la bandiera della resistenza europea su ciò che sta accadendo nella Striscia”, anche perché, oltre che un debito di sangue verso gli ebrei, ha un analogo debito di sangue verso i palestinesi.

Non solo perché, con il genocidio degli ebrei e la nascita di Israele, ha avuto una responsabilità indiretta nella Nakba – l’espulsione dei palestinesi dalle loro terre – ma anche perché, insieme agli Stati Uniti, la Germania, come alleato speciale di Israele, ha sostenuto attivamente “l’occupazione” delle terre palestinesi.

Più forte la parte in cui Levy traccia un parallelo storico: “Quando la Germania vede la Marcia delle Bandiere a Gerusalemme, deve vedere la Kristallnacht. Se non vede le somiglianze, tradisce la memoria dell’Olocausto. Quando osserva Gaza, deve vedere i campi di concentramento e i ghetti che essa stessa costruì allora. Quando vede gli abitanti di Gaza affamati, deve vedere i miserabili sopravvissuti ai campi”.

“Quando sente i discorsi fascisti dei ministri israeliani e di altre personalità pubbliche sulle uccisioni e sul trasferimento della popolazione, sul fatto che ‘non ci sono innocenti’ [tra i palestinesi] e sull’uccisione di bambini, non può non sentire le voci agghiaccianti del suo passato, che dicevano le stesse cose in tedesco”.

Esagerato? Forse sì, forse no. Riportiamo alcuni cenni di una nota di John Duncan Jr pubblicata sul sito del Ron Paul Institute, che riferisce quanto scritto sui social a inizi maggio da Elad Barashi, produttore del media israeliano Channel 14 che, riportiamo dal Post, è “uno dei canali privati più seguiti in Israele e, per via dei suoi contenuti e del suo stile, è considerato quasi un organo di propaganda dello stesso Netanyahu”.

Israeli Hatred For Children In Gaza Is Shocking

Così Barashi: “Buongiorno. Che ci sia un olocausto a Gaza”. E, in un altro post: “Non riesco a capire la gente di qui, dello Stato israeliano, che non vuole riempire Gaza di camere a gas… o di vagoni ferroviari… e finire questa storia. Che ci sia un olocausto a Gaza […] Uomini, donne e bambini, con qualsiasi mezzo necessario dobbiamo semplicemente portare a termine una Shoah contro di loro – sì, leggete di nuovo – OLOCAUSTO!”

Quindi, dopo aver accennato al fatto che Gaza è popolata da 2,6 milioni di terroristi (molti meno, dopo lo sterminio attuale…), ha chiosato: “Senza paura, senza debolezze: solo schiacciare. Eliminare. Massacrare. Abbattere. Smantellare. Distruggere. Frantumare”…