1 Giugno 2017

Corea del Sud: il Thaad clandestino

Corea del Sud: il Thaad clandestino
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Un piccolo, grande giallo, è esploso in Corea del Sud. Lo spiega l’Agenzia Asianews il 31 maggio in questo modo: «Il ministero della Difesa ha tenuto nascosta al presidente Moon Jae-in la consegna da parte degli Stati Uniti di quattro nuovi componenti dello scudo missilistico Thaad per contrastare la minaccia missilistica nordcoreana».

«Le quattro postazioni lanciamissili sono state introdotte nel Paese senza che la nuova amministrazione ne sapesse nulla. Ora sono conservate presso una base militare degli Stati Uniti. “I funzionari militari sudcoreani hanno taciuto di proposito questa informazione”, hanno sottolineato gli uffici presidenziali incaricati dal presidente Moon di scovare la verità».

Il giallo non riguarda un cosa di poco conto, dal momento che l’installazione del sistema anti-missile Thaad ha reso incandescente quel quadrante di mondo. Non solo la Corea del Nord, ma anche la Cina hanno protestato vivamente contro tale sistema d’arma, ritenuto una minaccia di primo livello alla propria sicurezza nazionale.

L’attuale presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, si è sempre detto contrario all’introduzione del Thaad, ma resta il mistero del perché i vertici militari abbiano omesso di menzionare l’introduzione dei nuovi vettori al nuovo arrivato. Evidentemente si voleva mettere il nuovo presidente di fronte al fatto compiuto, nella speranza che accettasse la nuova realtà. Così non è andata.

Da capire se gli americani siano stati ingannati anch’essi, oppure se hanno introdotto in maniera del tutto illegittima l’armamento controverso. Di certo si tratta di commesse di grande valore economico.

Ma un’eventuale transazione finanziaria connessa a tale operazione non può spiegare quanto accaduto. Impossibile che scelte così importanti, se non cruciali, per gli equilibri globali del mondo non siano monitorate nel dettaglio, ovvero abbandonate alla contrattazione, più o meno legale, di qualche oscuro generale.

Si tratta di uno scandalo al cui confronto il russiagate che affligge Trump è uno scherzo. Eppure la notizia è passata quasi inosservata sui media italiani.

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