24 Gennaio 2016

Il fratello di Litvinenko: l'inchiesta? Una messinscena

Il fratello di Litvinenko: l'inchiesta? Una messinscena
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«Una messinscena contro la Russia. Una cosa è la giustizia, un’altra è la politica», questa l’opinione di Maxim Litvinenko, fratello dell’ex spia russa avvelenata a Londra, sull’inchiesta britannica che asserisce che Putin, «probabilmente», sia il mandante dell’omicidio. «Questo verdetto non stabilisce la verità, non rende giustizia a mio fratello», ha detto ancora Maxim nell’intervista rilasciata a Rosario Raimondo per la Repubblica del 24 gennaio.

 

In realtà, secondo Maxim, il fratello sarebbe «una vittima della politica dell’Occidente e dell’opposizione russa […] mio fratello dava la caccia ai criminali, non era uno 007. Fu lui stesso, quando viveva a Londra, a cercare i russi oggi accusati di omicidio. È stato tradito da politici come Berezovskij [oligarca russo esule a Londra ndr.]. Ha puntato sul cavallo sbagliato» (titolo: “Su mio fratello Litvinenko messinscena anti-Putin).

 

Nota a margine. En passant, val la pena accennare che Berezovskij figura tra i grandi accusatori di Putin nell’inchiesta britannica, che ne riporta le accuse contro lo zar russo. Lo stesso Berezovskij che però a un certo punto della sua vita chiese a Putin di poter tornare in patria. Richiesta accolta, ma inevasa, perché poco prima di tornare a Mosca morì.

 

Ma al di là delle tante boutade contenute nell’inchiesta, e delle sue bizzarrie (i tanti «forse» e «probabilmente», come sottolinea il fratello, o l’assenza di un contraddittorio), resta che questa sentenza rischia di scavare un nuovo solco tra Oriente e Occidente, oggi che il mondo necessita di una loro convergenza in funzione stabilizzante. A maggior gloria degli architetti del caos.

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